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Bilancio, tutti i tagli e i ‘no’: la Regione nega un futuro al Molise

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Il Bilancio di previsione e la Legge di Stabilità fotografano una Regione ostaggio di sé stessa: lo evidenziano i numeri e lo confermano i fatti. Il previsionale arriva ancora una volta con ritardo, per il terzo anno consecutivo. Tutto ciò con un Governatore commercialista costretto a contare 41 milioni di euro di buco, a proporre un nuovo mutuo da 40 milioni a carico dei molisani e a incassare il parere negativo dei Revisori dei Conti. Agli aspetti finanziari fa poi da specchio l’incapacità di guardare avanti.

La Legge di Stabilità conferma il disinteresse della Regione verso il diritto allo studio. L’ente si limita infatti a ricevere gli importi delle tasse regionali, che gli studenti versano all’Unimol, per poi girarli all’Esu. Ma la Regione non ci mette fondi propri. Più volte abbiamo sollecitato la revisione di questo meccanismo farraginoso. A fine 2020 l’Esu era ancora in attesa del trasferimento di circa 2 milioni di euro. Di conseguenza, ne risentono l’erogazione delle borse di studio ed i servizi.

La Giunta ha inoltre respinto la nostra proposta contro lo spopolamento: un bonus da destinare alle giovani coppie e spingerle a vivere e mettere su famiglia nei piccoli Comuni molisani.

Bastano quindi questi due esempi, su studenti e giovani coppie, per capire che questa Regione è incapace di pensare al futuro.

Scongiurati i tagli alle Pro loco e al Parco dell’Olivo, ma non basta

In Consiglio abbiamo inoltre dovuto lottare per finanziare le Pro loco e il Parco dell’Olivo di Venafro. Grazie al nostro intervento riceveranno 50.000 euro ciascuno. Intanto, l’Agenzia del Turismo di Termoli risalente al 1962, quindi basata su un modello di turismo di mezzo secolo fa, continuerà a ricevere i suoi 90.000 euro. E, purtroppo, anche il prossimo anno mancheranno le risorse al Fondo per la non autosufficienza, lasciando senza assistenza centinaia di persone. Manon solo, perché mancheranno anche le risorse per sostenere il trasporto dei dializzati e aiutare tante famiglie che noi avevamo chiesto di stanziare.

Giunta e maggioranza ci hanno detto ‘no’ alla creazione di un fondo di solidarietà legato al Covid finanziato con il taglio ai costi della politica. Inoltre, non hanno accettato di tagliare le risorse per il funzionamento del Consiglio regionale, nonostante siano diminuiti i consiglieri dopo l’eliminazione della surroga.

Tutto questo mentre enti come Arpa, Arsiam e Agenzia ‘Molise Lavoro’ denunciano risorse insufficienti finanche per pagare stipendi e spese di gestione. Tutto ciò mentre le Comunità Montane restano dove sono, nonostante una riforma attesa da dieci anni. Sul tema abbiamo chiesto di legare il pagamento delle quote comunali all’effettiva erogazione di servizi, ma la Regione ha deciso di perpetuare un torto ai danni dei Comuni.

Solo tagli e ‘no’: l’ennesimo torto ai molisani

Nel frattempo ai Consorzi di Bonifica vengono tolti 750.000 euro. Alla promozione turistica 135.000 euro in meno; 100.000 vengono tolti alla promozione culturale, e 600.000 sono sottratti allo sport per manifestazioni, impianti e attrezzature.

E ancora: abbiamo chiesto di sospendere le autorizzazioni di impianti eolici, fotovoltaici e impianti di rifiuti in zone agricole con produzioni agro-alimentari di qualità; abbiamo proposto la sospensione del bollo per le auto elettriche; chiesto di sospendere le sanzioni legate al controllo degli impianti termici; proposto il taglio delle risorse che l’ente regionale anticipa ai privati per le prestazioni sanitarie erogate ai pazienti di fuori regione. Tutte soluzioni bocciate, fingendo di fare un torto al MoVimento e finendo per farlo ai cittadini.

Sul Trasporto pubblico locale, invece, il Molise non resta fermo, torna indietro. Abbiamo chiesto modifiche ai contratti di servizio Tpl a tutela di utenti e lavoratori ma ci hanno detto ‘no’. In compenso la Giunta ha inserito quasi di nascosto la proposta di un nuovo bando e il doppio gestore che tutto il Consiglio ha già bocciato in passato come richiesto da tanti addetti ai lavori.

Alla fine l’Esecutivo ha tentato di riempire il vuoto programmatico con il solito maxiemendamento: un minestrone di piccole proposte, un calderone in cui annullare il dibattito, impedire migliorie e distribuire contentini per l’interesse di turno. Quel calderone è un po’ l’immagine di questo ente regionale.

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