Mentre l’incertezza alimentata da Trump sui dazi continua a scuotere i mercati internazionali e a destabilizzare la fiducia degli operatori, in Molise rischiamo di pagare un prezzo altissimo in termini di produzione, export e occupazione. Domani in Consiglio regionale è prevista anche la discussione della mozione che il MoVimento 5 Stelle ha depositato in tempi non sospetti, nel mese di marzo di quest’anno, per chiedere un piano regionale articolato e una forte interlocuzione con il Governo nazionale.
di Roberto Gravina
È necessario predisporre misure di accompagnamento per le imprese colpite dai dazi, con strumenti di finanziamento, sgravi fiscali e sostegno alle filiere interessate dai paventati dazi statunitensi. Peccato che da Roma su questo come su altri temi, vedi Gigafactory, continuino a prendere tempo. Con questo spirito, abbiamo promosso una mozione con l’obiettivo di difendere i comparti economici regionali più esposti all’introduzione dei dazi USA.
Servono tutele per il fragile modello economico molisano
Il Molise ha un modello economico fragile, che dipende per l’86,9% da appena dieci prodotti. Tra questi, settori come il chimico, il lattiero-caseario, i prodotti da forno, il vitivinicolo e l’automotive rischiano di subire un colpo durissimo. Non si tratta di scenari lontani: gli Stati Uniti rappresentano già oggi un mercato fondamentale per la nostra regione, con oltre 320 milioni di euro di export solo nel 2023. Se chiudono quella porta, non possiamo restare fermi a guardare.
A tal proposito, giova ricordare come nel 2023 il fatturato complessivo delle aziende molisane ha superato i 2 miliardi di euro, ma è concentrato, come più volte ribadito, in poche mani: basti pensare che il gruppo automobilistico DR, con sede a Macchia d’Isernia, domina la scena con quattro società tra le prime dieci e oltre 1,3 miliardi di euro di ricavi aggregati. Seguono l’agroalimentare – rappresentato da marchi come La Molisana e Semolerie Ferro – e la sanità privata d’eccellenza, con l’Istituto Neuromed di Pozzilli. Questa forte concentrazione dimostra quanto l’economia regionale sia vulnerabile: pochi gruppi trainano l’intero sistema, e proprio questi comparti – automotive, agroalimentare e biomedicale – sono oggi tra i più esposti agli effetti di un’eventuale guerra commerciale con gli Stati Uniti.
I rischi legati ai nuovi dazi
L’introduzione di nuovi dazi rischia di innescare un pericoloso circolo vizioso: la contrazione delle esportazioni – già evidente con il -9,7% registrato nel 2024 nel settore chimico, riconducibile quasi esclusivamente al mercato statunitense – avrebbe un effetto domino sull’intero sistema produttivo regionale, dalle filiere agroalimentari all’automotive. Ne deriverebbe una progressiva perdita di competitività sui mercati internazionali, una riduzione dell’occupazione nei distretti industriali, un indebolimento della capacità di investimento delle imprese e una contrazione dei consumi delle famiglie, in particolare quelle monoreddito. È il tessuto produttivo del Molise che rischia di crollare sotto il peso dell’inerzia politica.
La mozione, che sarà discussa domani in aula, chiede alla Regione Molise di attivarsi immediatamente con un tavolo di crisi per monitorare gli impatti dei dazi sulle imprese molisane, avviando un primo report entro sei mesi e predisponendo misure di sostegno e diversificazione dei mercati. Abbiamo proposto anche il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni per spingere il Governo a intervenire con misure straordinarie. Ma finora il Governo Meloni ha scelto di temporeggiare, sottovalutando le conseguenze delle scelte americane.
Non possiamo restare a guardare
La politica, almeno a livello regionale, deve attivarsi celermente. Nella mozione che presentammo a marzo, viene chiesto di sostenere le aziende agroalimentari e manifatturiere interessate dalle paventate misure doganali, favorendo l’accesso a fondi specifici per la crescita e l’innovazione, ma anche con misure di sostegno economico-finanziario delle filiere, attingendo dalle risorse del PR Molise.
Aprirsi a nuovi mercati è fondamentale, ma va fatto con metodo e continuità. Per questo, auspichiamo che la Regione, al ritorno dall’importante esperienza dell’Expo di Osaka, condivida dati, prospettive e strumenti operativi per accompagnare davvero le imprese in un processo di internazionalizzazione efficace. Anche perché, con le barriere commerciali americane sempre più vicine, non abbiamo più tempo da perdere.