MoVimento 5 Stelle Molise

La salute non deve essere messa al “bando”!

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È noto che la regione Molise versa in uno stato di profondo debito finanziario e che i risultati di tale pessima gestione siano stati caricati sulle spalle di tutti i molisani attraverso l’imposizione di una maggiore tassazione.

In questi giorni si aggiunge un nuovo capitolo che vede ancora i cittadini molisani vittime di scelte politiche errate, prese in modo meccanico, senza confrontarsi con  i cittadini e con gli attori principali nell’erogazione dei servizi, incorrendo in errori mortali!

Per ridurre i costi della sanità il governo centrale ha rimodulato i vari tetti di spesa, in particolare oggi analizziamo quello della spesa farmaceutica.

Per una comprensione chiara è necessario preliminarmente dividere la spesa farmaceutica in due categorie: la spesa farmaceutica diretta (quella acquistata direttamente dall’ASREM per gli ospedali), che ha visto il maggior incremento in termini di costo negli ultimi anni, e la spesa farmaceutica territoriale (quella delle farmacie sul territorio regionale) che ha visto una flessione negativa, in termini di costi.

Ebbene per ridurre i costi della sanità si è pensato di andare ad intaccare non la voce relativa alla spesa farmaceutica diretta bensì, la spesa farmaceutica territoriale che riveste un ruolo centrale in una regione come la nostra costituita di piccoli Comuni sparsi su una vasta superficie.

Come al solito si è dato più importanza alla riduzione di costi di un servizio al cittadino, che ad un aumento dell’efficienza nell’erogare quel servizio. E perciò, allineandosi alle altre regioni d’Italia, anche la Regione Molise ha dato mandato all’ASREM di fare una gara d’appalto per individuare una azienda unica, in tutta la regione, che si occupasse di fornire ossigeno liquido, ai pazienti cronici, a domicilio.

In tutta Italia sono stati fatti bandi per inserire l’ossigeno liquido nella distribuzione a domicilio, ma, per l’importanza che riveste, in nessuna Regione è stato mai inserito l’ossigeno gassoso, che viene distribuito dalla rete territoriale, poiché è un farmaco salvavita utilizzato nelle urgenze, talvolta può essere necessaria la somministrazione entro un’ora.

Se fino ad ora la Regione Molise era l’unica regione d’Italia a non essersi omologata alle altre regioni per il servizio di fornitura di ossigeno liquido domiciliare, ora è l’unica regione d’Italia a fornire anche l’ossigeno gassoso (di pronto soccorso), oltre a quello liquido.

Infatti, nelle altre regioni, le gare d’appalto per la fornitura domiciliare di bombole di ossigeno hanno riguardato solo ed esclusivamente quelle bombole destinate a pazienti che, avendo cronicizzato la malattia, usufruiscono di questo particolare e costoso farmaco, l’ossigeno liquido, appunto, in maniera costante e molto spesso a vita.

Se in nessuna regione d’Italia si è incluso, nella gara per la fornitura domiciliare di ossigeno, anche quello gassoso ci dovrà essere un perché?

Forse perché è farmaco di pronto soccorso?

Perché l’ossigeno gassoso, è anch’esso un farmaco costoso, non viene prescritto a malati cronici, non viene usato a vita dal paziente, ma viene utilizzato nei casi di emergenza. Emergenza può voler dire il minimo tempo disponibile per recuperare una bombola presso una delle tante farmacie già presenti in ogni comune del Molise; telefonare ad un call-center, in regime di monopolio su tutto il territorio regionale, per farsi portare una bombola di ossigeno d’emergenza, subito, magari durante il fine settimana, potrebbe significare un aumento di costi ed un mancato servizio:

  1. Aumento dei costi perché in emergenza si ricorrerebbe al pronto soccorso, mobilitazione di ambulanza e personale medico e paramedico, ecc.
  2. Mancato servizio non solo per il paziente che ha richiesto l’ossigeno d’emergenza, ma anche per altre eventuali chiamate al 118, il quale risulterebbe, inevitabilmente più ingolfato di quanto non lo sia già.

La gara si è chiusa ma è importante segnalare che diversi soggetti, quelli esclusi, hanno già presentato ricorso al TAR impugnando il bando sin dall’inizio contestando numerose incongruenze.

Immaginiamo che la ratio di tale scelta sia stata quella di individuare un appaltatore unico di modo che possa lavorare su quantitativi maggiori di ordini e di conseguenza praticare sconti maggiori.

Ma se così fosse, non sarebbe stato meglio far eseguire l’acquisto all’ASREM all’interno della spesa farmaceutica diretta – con un controllo sul risparmio sicuramente maggiore – e poi procedere attraverso la distribuzione per conto da parte delle farmacie, come già avviene per altri farmaci molto più costosi?

Attualmente le prescrizioni di ossigeno possono essere effettuate da una moltitudine di strutture pubbliche “centrali o equiparate” (Ospedali e Fondazioni) e periferiche (Distretti e Poliambulatori) non del tutto specializzate.

Tutto ciò contribuisce a determinare un panorama disorganico in cui il medico specialista non può seguire regole comuni prestabilite, perché si interviene sempre a valle del problema e non a monte: assenza di regole certe e chiare sulla prescrizione di ossigeno.

Altri problemi che contribuiscono all’aumento della spesa sono:

  • il mancato rispetto dei protocolli scientifici e delle linee guida: quantità di ossigeno prescritta non commisurata alle reali necessità.
  • Visite pneumologiche domiciliari con conseguenti prescrizioni effettuate senza tenere conto dei canoni scientifici stabiliti: (riscontro dell’emogasanalisi arteriosa a riposo e dopo sforzo, del monitoraggio transcutaneo diurno o notturno, del walking test, dell’ecocardiogramma etc.).
  • Sprechi dovuti alla disinformazione relativa alle proprietà del farmaco (farmaco allocato in contenitori criogenici dotati di valvole di sfiato che, per motivi di sicurezza, si attivano a causa di impropria esposizione degli stessi a fonti di calore – causando in tal modo elevate perdite giornaliere per evaporazione – o per eccessivo caricamento delle unità portatili).

La regolamentazione del settore – che prevede norme precise e controlli più severi per tutti i protagonisti del processo (aziende/pneumologi/farmacisti) – consentirebbe al Servizio Sanitario un decisivo abbattimento dei costi, senza intaccare minimamente la qualità delle prestazioni offerte dalle aziende.

Le politiche di controllo della spesa sanitaria pubblica non devono tradursi in semplicistiche misure di contenimento attraverso vincoli sulla domanda e sull’offerta di prestazioni di assistenza sanitaria.

E’, infatti, necessario operare volgendo lo sguardo alla qualificazione e all’efficienza sia della domanda di salute, sia dell’offerta di assistenza.

Partendo dall’analisi qui compiuta, ci facciamo promotori della richiesta di un Tavolo Tecnico in Regione a cui possano partecipare tutte le parti attive in questa trattativa in cui discutere questa tematica, al fine di giungere ad una conclusione che veda il cittadino-paziente vincitore, si arrivi ad un concreto e reale risparmio per le casse della Regione ed al mantenimento di uno standard di servizio sanitario che sia tale da tutelare il diritto alla salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (art. 32 Cost.).

La convocazione di un Tavolo Tecnico per verificare quanto è stato fatto è assolutamente necessaria alla luce delle criticità evidenziate, delle numerose segnalazioni ricevute e del numero di persone coinvolte sia come operatori del settore, sia come pazienti-cittadini. Inoltre, data la gravità della situazione e la rete delle persone coinvolte, abbiamo già iniziato ad analizzare numerose proposte migliorative rispetto all’obiettivo primario del bando, cioè la riduzione dei costi, ma che non inficino il servizio offerto all’utenza.

Partecipare è fondamentale!

Per tutti coloro che hanno voglia di approfondire la tematica e/o di partecipare ai nostri incontri per discutere di salute e sanità e non solo, è necessario iscriversi sulla nostra piattaforma MEETUP (vedi nella colonna di destra) poiché da lì arriveranno le e-mail per gli inviti a partecipare alle assemblee e ai Gruppo Di Lavoro (GDL) dedicati!

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