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Ospedale Caracciolo: nominato il primario, ma mancano tac e personale

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L’incarico di primario facente funzione del reparto di Medicina del ‘Caracciolo’, conferito al reumatologo Franco Paoletti, deve costituire il primo passo per la riorganizzazione di un presidio con enormi potenzialità.

di Andrea Greco

Mi riferisco, in particolare, alle capacità attrattive offerte, ad esempio, all’utenza dell’alto Sangro e Vastese. Questa infatti, malgrado lo scempio perpetrato nel corso degli anni con chiusure e ridimensionamenti dei servizi, continua a riversarsi sull’ospedale alto molisano.

La nomina di Paoletti non può e non deve passare quindi come una ‘concessione’ straordinaria. Rappresenta bensì un dovere e un obbligo da parte dell’Azienda nei confronti di chi vive nelle aree interne. Un atto dovuto che colma così un gap che durava, in maniera inaccettabile, da troppo tempo.

Tante le problematiche da risolvere

Oggi l’unico ospedale di montagna del Molise, riconosciuto da Roma quale struttura di ‘area particolarmente disagiata’, continua ad avere pesantissime criticità che vanno dall’obsoleto parco tecnologico alla cronica carenza di personale, senza dimenticare l’assenza di una figura cardine quale il direttore sanitario.

Ma torno a segnalare anche la mancanza di una Tac. I pazienti sono infatti costretti a continui spostamenti verso Isernia per un esame che potrebbe effettuarsi tranquillamente al ‘Caracciolo’, se solo la Radiologia venisse dotata dell’apparecchiatura.

Penso poi alle grandi possibilità del Laboratorio Analisi, che vive una situazione di incertezza dettata dai prossimi pensionamenti del personale. Ma anche al centro Dialisi che, soprattutto nei mesi estivi, potrebbe far lievitare la mobilità attiva, vista la richiesta delle tante persone che tornano in zona dalle grandi città. Non da meno la scandalosa situazione, più volte denunciata, delle modernissime sale operatorie inoperose da anni, malgrado la volontà dei chirurghi in forza nel presidio ad impegnarsi con almeno due sedute operatorie settimanali.

Riorganizzare = decongestionare

Se tutto ciò venisse messo in rete sul territorio eviteremmo di sentir parlare di stop a ricoveri ordinari, come accaduto nelle ultime ore al ‘Cardarelli’ di Campobasso, già intasato con pazienti Covid. Più volte in passato ho proposto di decongestionare l’hub ricorrendo alle strutture periferiche per visite e interventi di routine.

A luglio dello scorso anno abbiamo presentato un documento finanziario dettagliato, sottoscritto dai nostri parlamentari e da numerosi sindaci della zona. Il documento dimostrava, numeri alla mano, che circa 15 milioni di euro all’anno sarebbero sufficienti per permettere al ‘Caracciolo’ di funzionare in maniera adeguata, tanto da soddisfare le necessità del territorio.

Un impegno concreto per garantire pari dignità ai molisani

Dai nuovi commissari, ai quali ho chiesto un incontro, mi aspetto un impegno concreto in questa direzione. Non è più il momento di elemosinare diritti sanciti dalla Costituzione, cosa che avviene soprattutto nelle aree interne del Paese.

Per questo insisto nel dire che la nomina del primario di Medicina, attesa da mesi e sulla quale più volte abbiamo chiesto chiarimenti ad Asrem, resta solo il primo passo per rilanciare un’offerta sanitaria che dovrà essere capace di garantire pari dignità a tutti i molisani.

In bocca al lupo al dottor Franco Paoletti. A lui auguro di lavorare fianco a fianco con gli altri operatori per migliorare i servizi erogati dal ‘Caracciolo’. Bisogna fare squadra, prima di tutto all’interno dell’ospedale, per difendere con le unghie e con i denti il sacrosanto diritto alla tutela della salute in alto Molise.

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