Oggi, 23 anni dopo dalla scossa delle ore 11.32 che provocò il crollo della scuola elementare ‘Francesco Jovine’ di San Giuliano di Puglia, dove persero la vita 27 bambini e la loro insegnante, il Consiglio Regionale si è svolto nell’Aula del Consiglio Comunale di San Giuliano. Di seguito l’intervento in Aula del nostro Angelo Primiani.
Signor presidente, colleghi, e soprattutto, cari cittadini e cittadine di San Giuliano.
Prendere parola oggi, in questa sala, in questo giorno, non è un atto formale ma un dovere. Il dovere del cuore prima ancora che delle istituzioni che ho l’onore di rappresentare.
Siamo qui per rinnovare un abbraccio. Un abbraccio che il Molise intero, e l’Italia tutta, ha dato alla comunità di San Giuliano di Puglia 23 anni fa e che non ha mai smesso di stringere.
Tornare qui, in questi luoghi e farlo simbolicamente oggi in quest’Aula, significa tornare al cuore della nostra memoria collettiva. Significa guardare da vicino, anzi toccare la ferita più profonda della nostra terra.
Ognuno di noi ricorda la tragedia del 31 ottobre 2002. Quel giorno la terra tremò, e con essa tremarono le fondamenta delle nostre certezze. Ma qui, a San Giuliano, la terra non si è limitata a tremare. Ha inghiottito innocenza. Ha azzerato passioni. Ha mietuto speranze. Ha rubato futuro.
Oggi noi ricordiamo ventotto vite. Quelle della maestra Carmela e di ventisette tra bambini e bambine.
Erano figli, nipoti, fratelli, sorelle. Erano sogni, risate, erano giochi. Erano il suono della campanella, corse in corridoio, pastelli colorati, disegni alle pareti, erano la speranza di questa comunità.
E quella mattina erano nella tranquillità di un luogo sicuro. Un luogo che avremmo dovuto proteggere più di ogni altro.
Non è stato così.
Da padre ho provato spesso a capire, a comprendere, finanche a immedesimarmi in chi ha dovuto sopportare l’indicibile. Non ci sono riuscito.
E oggi il mio pensiero, ma sono certo il pensiero di tutto il Consiglio Regionale, va prima di tutto alle mamme, ai papà, ai familiari, agli amici. A chi da quel giorno convive con un vuoto che nessun intervento istituzionale o nessuna parola di conforto potrà mai colmare.
Mi rivolgo a tutti loro.
Voi siete la coscienza morale del Molise e di fronte al vostro dolore noi abbiamo il dovere del rispetto. Ma abbiamo anche il dovere della vicinanza e del ringraziamento.
Sì, del ringraziamento.
Perché la vostra dignità, la vostra forza nel trasformare la disperazione in preghiera, in ricordo, in impegno sociale e civile, è la lezione più alta e più severa che tutti noi abbiamo ricevuto: per questa lezione noi, ancora oggi, vi diciamo grazie.
Ma oggi il nostro sguardo si posa anche su altro. Si posa sulle bimbe e i bimbi che quel giorno si sono salvati, che voi avete cresciuto e che oggi sono diventati donne e uomini.
A loro voglio dire: voi non siete solo sopravvissuti. Voi siete testimoni. Voi portate sulle spalle un’eredità pesante, ma anche meravigliosa: quella di vivere ogni giorno con la forza e il sorriso di chi non c’è più. La vostra vita, i vostri traguardi, la vostra stessa presenza qui, oggi, sono il segno più potente del fatto che l’oscurità di quel giorno non ha avuto l’ultima parola. Voi quel giorno siete stati luce nel buio e lo sarete sempre.
San Giuliano di Puglia è diventata, suo malgrado, simbolo del dolore più atroce. Ma questa comunità ha saputo reagire. Ha saputo trasformare la rabbia in impegno, l’assurdo in richiesta di giustizia, e le macerie in un nuovo inizio.
Ed è qui che subentra il nostro ruolo, quello delle istituzioni. La tragedia della scuola ” Jovine” non può essere archiviata come una fatalità. È stata invece un monito per chiunque amministri il bene di una comunità. La “sicurezza”, specialmente nelle scuole, non può essere un costo in bilancio, ma un imperativo morale.
E allora, come rappresentante della Regione Molise, rinnovo l’impegno solenne: vigilare, impegnarsi e agire. Perché la scuola sia il luogo più sicuro. Perché il diritto allo studio sia sempre, e prima di tutto, un diritto alla vita.
Presidente, colleghi consiglieri, la memoria non è sterile esercizio. La memoria è azione. Il ricordo di quei 27 sorrisi non deve sbiadire mai. Deve essere la nostra guida, la nostra coscienza, l’energia che ci spinge a costruire un Molise più giusto e più sicuro per quanti verranno dopo di noi. Lo dobbiamo a chi non c’è più e a chi ha dovuto sopportarne l’assenza.
San Giuliano non dimentica e non sarà dimenticata.
Il Molise non dimentica. E non dimenticherà.
 
		