Mentre la sanità regionale vive una fase molto delicata e si attendono risposte concrete sul futuro di reparti e servizi, continuano le decisioni poco trasparenti, come accaduto per l’incarico provvisorio per la Direzione del dipartimento Donna-Bambino attribuito senza rendere pubblici i criteri di valutazione. Per questo motivo, insieme al collega Angelo Primiani, ho chiesto che la Regione faccia chiarezza sul rispetto delle regole adottate per questa scelta.
di Roberto Gravina
Nel pieno di una fase delicata per la sanità regionale, mentre si attendono risposte concrete sul futuro di reparti e servizi essenziali, si continua a procedere con decisioni poco trasparenti, assunte in assenza di un disegno chiaro ed appare quantomeno singolare che, a meno di 24 ore dalla diffusione delle notizie sugli esiti negativi del tavolo tecnico romano sul DM70, il Direttore generale dell’ASReM abbia proceduto in maniera sollecita, e direi frettolosa, al conferimento di un incarico provvisorio per la direzione del dipartimento Misto Transmurale della Donna e del Bambino. Un incarico, tra l’altro, attribuito senza che siano stati resi pubblici criteri, comparazioni o valutazioni interne che possano giustificarne la scelta che, così stando le cose, pone più interrogativi che certezze.
Sulla questione, insieme al collega Angelo Primiani, ho depositato un’interpellanza urgente per fare luce su un atto che, pur essendo formalmente legittimo, risulta tutt’altro che lineare.
La decisione dell’ASReM è arrivata senza che sia stato ancora approvato, a distanza di oltre sei anni dalla sua istituzione, un Regolamento aziendale che definisca in modo trasparente funzioni, criteri di funzionamento e modalità di assegnazione degli incarichi per questo Dipartimento. In assenza di un impianto normativo chiaro, si è fatto ricorso a una formula di urgenza fondata su presunte esigenze inderogabili, che però non vengono esplicitate. Si è inoltre proceduto alla soppressione di una struttura preesistente per crearne una nuova, con una denominazione diversa ma competenze sostanzialmente analoghe, senza spiegare le motivazioni di questa riorganizzazione interna.
A mancare è anche un elemento fondamentale: non è dato sapere se sia stata svolta alcuna valutazione comparativa tra profili professionali disponibili, né se all’incarico siano previsti compensi aggiuntivi. In più, a oggi, non sono noti nemmeno gli obiettivi assegnati alla nuova Direzione, in un settore strategico come quello materno-infantile, che dovrebbe essere tutelato e potenziato, non gestito in maniera opaca.
È evidente che in questo momento ogni atto della direzione ASReM assume un significato politico e gestionale profondo, in particolar modo quando viene adottato in assenza di regolamenti ancora da definire e di chiarezza sui criteri seguiti. Chiediamo solo trasparenza e il rispetto delle regole: la fiducia non è una scorciatoia, è una responsabilità che deve poggiare su competenze e processi chiari. Soprattutto quando le scelte, riguardanti settori delicati come quello materno-infantile, vengono adottate mentre l’intero sistema è sottoposto a un processo di ridefinizione che rischia di compromettere il diritto alle cure di tanti cittadini.