Ancora nessuno stipendio pagato ai lavoratori del Trasporto pubblico e tutto sotto gli occhi della Regione che, ad oggi, non ha ancora attivato nessun reale controllo. Il tempo delle promesse è finito: questi lavoratori, con famiglie e spese a carico, lavorano onestamente e garantiscono la mobilità su tutto il territorio ed hanno il sacrosanto diritto di percepire lo stipendio per lavoro svolto.

di Angelo Primiani

L’ennesimo allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti ATM conferma timori e denunce del passato: col passaggio della delega al sottosegretario Vincenzo Niro riemergono i nodi irrisolti del settore e torna a consolidarsi un sistema che lascia larghi margini di manovra a chi continua ad agire indisturbato, senza alcun reale controllo da parte della Regione.

Non è più possibile rimanere fermi di fronte a lavoratori che da mesi non percepiscono la retribuzione: promesse e tavoli di confronto non bastano più. Servono azioni forti e immediate. La Regione deve subito sostituirsi all’azienda nel pagamento degli stipendi arretrati, come lo stesso Niro aveva assicurato, e avviare contestualmente la rescissione del contratto con l’azienda inadempiente, ormai priva di credibilità.
Il comparto del Trasporto pubblico locale, già attraversato da difficoltà strutturali e da una gestione opaca, non può essere ulteriormente sacrificato sulle spalle dei lavoratori e degli utenti. La Regione ha il dovere di ristabilire regole, trasparenza e rispetto, garantendo l’erogazione dei servizi essenziali e la tutela di chi ogni giorno assicura il diritto alla mobilità dei cittadini.

Intanto continuano i decreti ingiuntivi e alla luce della modifica introdotta nell’ultima legge finanziaria c’è da vigilare sulle spese legali che prima erano a carico della Regione e oggi invece sono a carico del concessionario. Su questo aspetto bisogna fare chiarezza per capire se effettivamente oggi i costi di quei decreti ingiuntivi sono effettivamente sostenuti dalle aziende. Una cosa è certa: è il momento di assumersi responsabilità concrete, senza più rinvii. Ai lavoratori e ai cittadini va restituita fiducia, certezza dei diritti e dignità.

Condividi.