Il 2013 è stato tra gli anni più importanti della mia vita.
Il 2013 è stato l’anno in cui ho smesso di farmi.
Lo sanno tutti come si comincia.
Anche chi non ci è passato.
Quello che vi raccontano le mamme è vero: si inizia con la sigaretta per farsi belli con gli amici, poi si passa alle canne, poi si fanno un paio di tiri di bamba per affrontare le giornate di lavoro troppo pesanti.
Infine si arriva all’eroina e se non si smette, semplicemente, si muore.
Nel 1993 avevo 17 anni scarsi quando mi iscrissi al Movimento Sociale Italiano.
Mi sembrava fico e lo era: certo eravamo in 4 e tutti ci davano addosso manco fossimo appena tornati da Marzabotto, però vuoi mettere AVERE UN’IDEA POLITICA al tempo in cui alla mia età ci si faceva ipnotizzare da “Non è la Rai”?
Poi arrivò Fini e Alleanza Nazionale.
Al contrario di alcuni camerati non compresi quanto fosse farlocco e interessato solo a far carriera, il buon Gianfranco. Come dicevo prima, cominciai a consumare la droga leggera del bipolarismo: non che non fossi abituato alla trincea, per la prima volta però si poteva uscire dal ghetto della destra e vincere.
Mi ci buttai a pesce.
Dopo un pò AN non bastava più.
Per quanto aumentassi le dosi mi serviva qualcosa di più forte, avevo bisogno di spararmi qualcosa di veramente allucinogeno, qualcosa che mi regalasse dei trip mai visti prima: iniziai a farmi di CdL (una roba potentissima) e, infine di PDL (da stendere un cavallo).
È lì che hai toccato il punto più basso, direte voi….
È lì che hai capito che stavi per morire! E’ lì che hai deciso di smettere!
No. Purtroppo no.
Dovevo ancora toccarlo il punto più basso.
Dovevo auto-fottermi definitivamente.
Dovevo toccare la morte con un dito.
E allora, mi dissi, andiamo ai confini dell’inferno! Anzi, entriamoci proprio! Se si deve morire si morirà, ma sbagliando fino all’ultimo, senza paura delle conseguenze.
Fu così che alle Politiche 2013, giunto al massimo dell’abiezione intellettuale, morale, culturale e politica, decisi di farmi di PD.
Lo so, lo so! Lo so che vi sembra assurdo! Non voglio che comprendiate, voglio solo che ascoltiate! E lo voglio perché là fuori ce ne sono ancora tanti come me!
E allora, dicevo, mi feci di PD.
Ovviamente nessun organismo normale può sopravvivere intatto a certi abusi: immediatamente ebbi una gravissima crisi di rigetto, poi l’incoscienza, infine il coma.
Ricordo ancora gli orribili incubi nei quali navigai in quei giorni di trip allucinogeno PD-indotto.
Le allucinazioni erano così assurde da non poter essere reali: governi di larghe intese, presidenti della repubblica eletti due volte, acquisti di F35… roba così orrida da segnare una vita, se si sopravvive…
Potevo morire, dovevo morire.
Poi successe quello che almeno una volta succede a tutti i tossici: il nichilismo auto-distruttivo lascia per un momento, solo per un momento, spazio alla lucidità; i rimasugli dell’istinto di autoconservazione ridotto a brandelli cercano un minimo di rivalsa; ti guardi allo specchio e dici:”potevo avere una vita diversa”.
Una vocina dentro te dice che è possibile; che dovrai soffrire, impegnarti tutti i giorni, avere mille dubbi, chiederti almeno una volta al giorno se non stai facendo l’ennesima cazzata, se non era meglio morire e basta; dovrai resistere, resistere e ancora resistere!
Ma forse ce la puoi fare.
Forse puoi uscire dal tunnel ed essere anche tu una persona normale.
Io nel 2013 ce l’ho fatta.
In primavera ho deciso di disintossicarmi, mi sono avvicinato ai ragazzi M5S e ormai da 9 mesi sono pulito.
Certo sono circondato da persone di ogni genere: c’è quello che vede le sirene, quello dei micro-chip, quello delle scie chimiche (siamo pur sempre ex tossici e che diamine!).
Ma c’è anche altro: c’è la partecipazione, c’è la voglia di fare, c’è il desiderio di combattere e non per soldi, c’è una sana voglia di ricominciare a vivere, l’onestà, il rifiuto dei compromessi, il senso di comunità.
In poche parole, c’è dignità.
Caro amico tossico (si, proprio tu che ancora ti fai di PD!) rileggi bene il mio post; se necessario rileggilo più volte.
Anche tu puoi uscirne.
E se per me il 2013 è stato l’anno della svolta, per te potrebbe esserlo il 2014.
Caro amico tossico, questi sono i miei auguri di buon anno e sono per te.
Provaci: ce la puoi fare. E se avessi bisogno di una mano, ricordati che io sono sempre qui, pronto ad aiutarti come farebbe un fratello.
Buona fine amico mio.
E, soprattutto, buon inizio.