MoVimento 5 Stelle Molise

Bilancio telecomandato dalla Spagna con vecchie logiche e zero spunti

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Un Bilancio regionale 2025-2027 asfittico, miope e privo di soluzioni concrete: il solito copione che continua a soffocare l’economia già stagnante della nostra regione. Abbiamo lottato strenuamente per far cambiare rotta a una maggioranza di centrodestra che, restando sorda alle nostre proposte, ha bocciato quasi tutti i nostri emendamenti, rifugiandosi nel maxi-emendamento – strumento che comprime il dibattito democratico su su temi vitali per i molisani

di MoVimento 5 Stelle Molise

Partiamo dalla sanità. Ancora una volta abbiamo insistito sul riequilibrare la distribuzione delle risorse economiche a favore del sistema pubblico. Come? Ad esempio pubblicando il budget assegnato ogni anno alle strutture private accreditate; il totale delle somme liquidate e la distinzione tra le prestazioni erogate a favore di pazienti residenti in Molise e quelle riservate ai pazienti di altre regioni. Ma anche attraverso controlli più veloci e precisi sul modo in cui le risorse pubbliche vanno alla sanità, per consentire che i servizi siano sempre garantiti a tutti i molisani. Così come sulle liste di attesa, ad esempio con un report annuale, integrando realmente le agende nel sistema unico di prenotazione o, ancora, effettuando una valutazione puntuale dei dirigenti sanitari sui risultati raggiunti o mancati.

Abbiamo chiesto la revisione del contratto con Trenitalia per migliorare il servizio che utilizzano ogni giorno migliaia di utenti, per risparmiare risorse pubbliche nei casi sempre più frequenti di corse su gomma sostitutive dei treni, per evitare che i molisani paghino quelle corse in autobus come quelle su ferro, anche se per legge dovrebbero costare molto meno.

Sul diritto abitativo, abbiamo proposto di aggiornare le graduatorie degli alloggi residenziali ogni due anni ma anche di verificare i requisiti di assegnatari e occupanti, prevedendo criteri di maggiore trasparenza. Allo stesso tempo abbiamo chiesto più tutele per gli indigenti morosi, ad esempio sulla base dell’Isee delle famiglie e attraverso pagamenti rateizzati. E ancora, abbiamo chiesto di sospendere gli sfratti in caso di condizioni economiche particolarmente difficili.

C’è poi il discorso relativo alle partecipate. Su turismo e cultura, ad esempio, abbiamo chiesto di attribuire tutte le funzioni ad un ente unico regionale per risparmiare fondi e migliorare la qualità dei servizi. Invece, si continuano a moltiplicare costi e carrozzoni.

Mentre in tema di benessere animale, abbiamo chiesto di facilitare le adozioni dai canili, rendendole più semplici per privati e associazioni, potenziando al contempo l’efficacia dei controlli sanitari e le campagne di sterilizzazione.

Tutte proposte che l’esecutivo ha respinto in blocco.

Al tempo stesso e con determinazione, due risultati siamo riusciti ad ottenerli. Il primo sul Trasporto pubblico locale, dove abbiamo tracciato il solco per risolvere l’annosa questione del regolare pagamento degli stipendi agli autisti, facendo caricare alle ditte insolventi le spese legali che la Regione invece sosteneva per i decreti ingiuntivi.

Il secondo sull’economia circolare, dove abbiamo fatto approvare una proposta che mira a promuovere la cultura del riutilizzo dei beni e la conseguente riduzione della produzione dei rifiuti semplificando, ad esempio, la partecipazione ad eventi tematici dedicati al riciclo di beni usati.

Certo, non basta e non siamo soddisfatti, visto che la sessione di bilancio si traduce nell’ennesima occasione persa per il Molise. Di fronte a questa situazione e a un documento irricevibile, abbiamo dichiarato la nostra contrarietà e abbandonato l’Aula alle 2 di notte. Il più importante provvedimento regionale non è altro che un atto offensivo nei confronti di un territorio che resiste con orgoglio, mentre chi governa preferisce il pantano di posizioni vecchie e stantie. Un’assise telecomandata dalla Spagna, “buen retiro” politico del presidente della Giunta preferito ad un appuntamento cruciale in cui si decide il futuro economico e sociale della Regione che lui stesso amministra.

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