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Commissione antimafia, proposte per combattere la criminalità organizzata

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La criminalità organizzata va considerata una mentalità e come tale va affrontata. Per questo abbiamo individuato concreti strumenti d’intervento ai quali va sommata la doverosa collaborazione tra istituzioni, Forze dell’Ordine, magistratura, associazioni, scuola e famiglie.

Di Vittorio Nola, Presidente della Commissione speciale a carattere temporaneo, di studio sul fenomeno della criminalità organizzata nel Molise

A fine 2018 è stata approvata all’unanimità del Consiglio regionale la legge n. 10 per l’istituzione della Commissione speciale a carattere temporaneo, di studio sul fenomeno della criminalità organizzata nel Molise della quale sono stato onorato di essere il Presidente. I lavori sono iniziati nel 2019, articolati su due livelli: da un lato audizioni in Consiglio e incontri istituzionali in Molise, dall’altro attraverso le riunioni a Roma del ‘Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità’.

Gli obiettivi della Commissione speciale antimafia

La politica, quindi, ha voluto dare un forte segnale di attenzione al territorio in funzione anticrimine, oltre che un importante contributo a recepire gli spunti operativi per coadiuvare l’incisiva azione messa in campo da Forze dell’Ordine, Magistratura, Associazioni, Famiglie, Scuole e altri soggetti istituzionali civili e religiosi.
Obiettivo del Rapporto conclusivo che oggi è stato reso pubblico è lo sviluppo di sinergie multilivello dal punto di vista legislativo, informativo e comunicativo. Bisogna, infatti, parlare e discutere di mafie e di criminalità organizzata inquadrandole come mentalità. E in quest’ottica è necessario formare ed educare alla legalità non solo le giovani generazioni, ma anche amministratori locali, imprenditori pubblici e privati, perché la cultura antimafia va diffusa per consentire ad ogni cittadino di avere i giusti elementi informativi, riconoscere i pericoli e prevenirne i rischi.

Il Rapporto conclusivo: criminalità in crescita in Molise

Nel corso delle audizioni è emersa apprensione sia perché il nostro territorio continua ad accogliere persone agli arresti domiciliari provenienti da regioni confinanti sia soprattutto per il moltiplicarsi delle attività di usura, riciclaggio, traffico e consumo di droghe che la Procura Distrettuale Antimafia, insieme alla Magistratura e alle Prefetture, affrontano con tanta determinazione. Un dato: in Molise sono registrati ben 11 beni confiscati alle mafie, dislocati tra Venafro e Campomarino, a conferma del grado di vulnerabilità della regione.
Per questo bisogna intensificare gli sforzi, partendo dall’accelerare e chiudere le inchieste che riguardano i cosiddetti ‘colletti bianchi’. Questo è solo uno dei temi affrontati dai lavori della Commissione speciale, messi a dura prova dalla pandemia che, tuttavia, non ha impedito la presentazione del Rapporto conclusivo nei tempi previsti, grazie anche al lavoro dei Commissari che ringrazio.

Il documento è infatti denso di raccomandazioni, suggerimenti e proposte concrete che si tradurranno in atti legislativi per quanto di competenza. È scaricabile quiRapporto-conclusivo-dei-lavori-della-Commissione-speciale

Le proposte per un contrasto più efficace della criminalità organizzata

Per prima cosa appare doverosa la costituzione di uno specifico Osservatorio Regionale sulla Legalità, il cui articolato è già pronto, inteso come naturale prosecuzione dei lavori di questa Commissione. Un Osservatorio a carattere tecnico-scientifico, a titolo gratuito, che accolga rappresentanti di enti e istituzioni, dell’Università e del mondo della scuola, delle parti sociali, di Forze dell’Ordine e Magistratura: un raccoglitore permanente di saperi, competenze, esperienze, quindi proposte.

C’è inoltre la necessità di connettere le piattaforme informatiche in dotazione ad alcuni Enti, all’interno di una rete di monitoraggio in modo da fornire dettagli fondamentali riguardo alle infiltrazioni nel tessuto economico. Si pensi, ad esempio, ad una cabina di regia costituita da INPS, Procura della Repubblica, Ispettorato del Lavoro e Inail, oppure agli indicatori di riferimento per le Camere di Commercio in merito alla presenza di aziende con gestioni quantomeno ‘opache’ o alle tante srl unipersonali in costante evoluzione.
Indicatori, peraltro, utili anche per altre tipologie di analisi su aspetti sociosanitari, ad esempio legati a consumo di droghe, ludopatia, violenza di genere, bullismo e cyberbullismo; reati ambientali e nel settore energetico, come eolico selvaggio e traffico rifiuti; sversamenti illegali, gestione idrica e delle opere relative al ‘ciclo dell’acqua’ ad uso idrico, irriguo ed idroelettrico, fino alle criticità registrate nel settore agricolo: caporalato, incendi dolosi, commercio di animali di dubbia provenienza.

Altro progetto, suggerito dalle Associazioni di categoria, è quello di costituire un unico Confidi regionale, con adeguato fondo di dotazione finanziaria, per contribuire alla ripresa economico-produttiva delle piccole e medie imprese molisane e combattere l’usura.

Tre proposte di legge suggerite dal tavolo di ‘Coordinamento nazionale antimafia’

Il progetto ‘Beni sequestrati’ prevede di valorizzare e utilizzare a fini sociali gli 11 beni confiscati alle mafie in Molise, d’intesa con l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata).

Il progetto ‘Liberi di scegliere’, già in agenda del Consiglio regionale promuove, invece, l’accoglienza a favore di minori provenienti da famiglie mafiose.

Il progetto ‘Modifiche e integrazioni al codice per i contratti pubblici’, infine, prevede un espresso richiamo al rating di legalità e, quindi, agevolazioni per le imprese che denunciano illegalità.

In definitiva, con il Rapporto approvato all’unanimità da tutti i Commissari e inviato a tutte le parti in causa, si desidera indicare modelli di comportamento, attività positive che superino la nota teoria delle ‘Finestre Rotte’ (Broken Windows) pubblicata in Usa nel 1982 dai professori James Q. Wilson e George L. Kelling, per i quali più il territorio e l’ambiente sono degradati più peggiorano. A questa teoria dobbiamo sostituirne un’altra: quella delle ‘Finestre Pulite’ (Neat Windows) cioè tutelare la trasparenza, valorizzare i nostri riconosciuti asset materiali e immateriali, imitando le migliori esperienze e competenze in tema di etica e legalità affinché si realizzi davvero un cambio di mentalità all’interno delle istituzioni e tra i cittadini.


Il rapporto integrale della Commissione antimafia, comprensivo di allegati, disponibile in download

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