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Comunità Montane, il centrodestra si smentisce e volta le spalle ai sindaci

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In seduta di Bilancio, il governatore e tutto il centrodestra hanno bocciato l’emendamento che avrebbe eliminato l’assurdo contributo che i Comuni, quindi i cittadini, sono costretti da anni a pagare alle Comunità montane senza avere alcun servizio in cambio. Una bocciatura priva di logica se pensiamo che, mesi fa, il presidente e la stessa maggioranza hanno espresso voto favorevole a una mia mozione che aveva lo stesso intento.

di Fabio De Chirico, portavoce M5S in Consiglio regionale

Parliamo di una questione essenziale, perché c’era e c’è assoluta necessità di risolvere un’anomalia storica nella legge del 2011. Quella norma prevedeva la soppressione delle Comunità montane e obbligava i Commissari liquidatori a garantire i servizi comunali in forma associata, ricevendo dai Comuni i corrispettivi per i servizi svolti e, strettamente legata ad essi, una quota associativa per l’ordinario funzionamento.

La legge, però, non poteva prevedere che la liquidazione sarebbe durata anni, che i Commissari avrebbero disatteso quell’obbligo e che molti Comuni sarebbero tornati a svolgere quei servizi autonomamente. Quindi era necessario un chiarimento interpretativo che mettesse fine, almeno ex nunc, a una diatriba che sta avendo anche risvolti giudiziari.

Su questo argomento già nel 2019 ho presentato una mozione (leggi il pdf) che è stata discussa e approvata all’unanimità nel mese di ottobre, quindi da mesi molti sindaci attendevano una risposta logica, perché i Comuni, non ricevendo alcun servizio dalle Comunità montane, non possono ancora pagare una quota per un funzionamento che peraltro non ha nulla di ordinario.

Il MoVimento 5 Stelle si occupa da tempo di questo tema. Negli ultimi mesi, ad esempio, abbiamo proposto il passaggio della gestione commissariale in capo a Dirigenti regionali per evitare di pagare quattro commissari esterni; la gestione delle Comunità in capo ad un solo Commissario; l’eliminazione dei costi derivanti dai contenziosi usufruendo esclusivamente dall’Avvocatura regionale. Infine giorni fa, durante la discussione in Consiglio regionale sul Bilancio, abbiamo proposto di emendare la legge in modo da eliminare l’iniqua e inutile quota associativa, chiedendo che i Comuni paghino “solo nel caso in cui i servizi siano garantiti ed effettuati“.

Invece niente: Toma e la maggioranza hanno deciso di continuare a finanziare gestioni liquidatorie infinite, inconcludenti e di continuare a pagare alcuni privilegiati dalla politica nostrana.
Sebbene il presidente abbia normato un iter amministrativo lungo e tortuoso per raggiungere l’obiettivo finale, infatti, questi enti in liquidazione e commissariati da nove anni restano ancora oggi uno spreco di denaro pubblico.

È giusto che i sindaci sappiano dell’impegno profuso da me e da tutto il MoVimento 5 Stelle per tutelare i Comuni e i cittadini. A loro, oggi, diciamo che non ci fermeremo.

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