MoVimento 5 Stelle Molise

Dializzati in moVimento

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La politica, nel senso etimologico del termine, nasce per dare rappresentanza alla polis, ossia alla città e per estensione ai cittadini. Il MoVimento 5 Stelle ha fatto propria questa istanza in un momento storico in cui la politica sembra aver perso il suo significato più nobile e autentico. Nel contesto molisano è bello che i cittadini inizino a vederci come un interlocutore credibile in grado di dare risposte serie e puntuali rispetto alle loro problematiche, come nel caso della signora Mariolina che, nell’ambito del Gdl Sanità, ci ha fatto conoscere la storia di alcuni pazienti emodializzati del basso Molise, sconosciuta ai più nonostante l’interessamento della testata giornalistica “Primo Piano” che ha contribuito ad una sensibilizzazione rispetto al tema.

Piccola premessa: l’emodialisi è una terapia salvavita che consiste nel depurare il sangue dalle scorie e dai liquidi in eccesso in quei malati in cui i reni non sono più in grado di svolgere la loro funzione di “filtro” e si attua con un macchinario, rene artificiale,  attraverso sedute che si svolgono tre volte a settimana e che durano circa quattro ore ciascuna. Tale trattamento può comportare diverse complicanze tra cui astenia, ipotensione, febbre, infezioni, ma l’aspetto più stressante per i pazienti è sicuramente quello psicologico in quanto, tranne pochi casi, l’emodialisi è una terapia che li accompagnerà fino alla morte o al trapianto per i più fortunati.

La signora Mariolina ci ha posto la questione di quattro emodializzati che, per sottoporsi alla terapia salvavita di cui hanno bisogno, sono costretti a subire, oltre al loro dramma personale di malati cronici, le inefficienze di un Sistema Sanitario Regionale non in grado di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini. Questi pazienti, residenti in vari comuni del Basso Molise, sono costretti a recarsi tre volte a settimana presso il P.O.”A.Cardarelli” di Campobasso sebbene il servizio di emodialisi sia disponibile anche presso i P.O. di Termoli e Larino e siano disponibili anche i posti rene ma non il personale assistenziale necessario per il controllo del corretto andamento della terapia.

Abbiamo deciso di farci carico dell’istanza di questi cittadini che altro non vogliono se non la possibilità di curarsi nel P.O. più vicino al luogo di residenza, anche in ragione della fragilità fisica e psicologica legata alle loro patologie e allo stress causato dalla terapia. Per renderci conto della gravità della situazione abbiamo contattato uno di questi malati, che ci ha dipinto il quadro della disperazione nella consapevole cronicità della cura e della patologia e della generale sfiducia nei confronti delle istituzioni che hanno perso il ruolo di tutela dei cittadini.

Le informazioni relative al funzionamento delle U.O. di emodialisi ci sono state fornite, con un eccezionale spirito di collaborazione e con un reale interesse nella tutela della salute e dei diritti di questi malati, dal primario del “Cardarelli” dott. Brigante e dal dirigente medico di Larino e Termoli dott. Fantetti.

Questi pazienti effettuano le sedute dialitiche a Campobasso da quando, a seguito esacerbazione dell’insufficienza renale, hanno iniziato il trattamento in regime di ricovero nella U.O. di nefrologia del capoluogo. Dopo la dimissione a domicilio i quattro sfortunati hanno continuato ad essere seguiti a Campobasso tranne uno che ha trovato la disponibilità di una seduta settimanale su tre  nei presidi del Basso Molise. In realtà il vero problema è che le U.O. di emodialisi di Termoli e Larino risulterebbero in grado di assistere un numero maggiore di pazienti, ma la carenza di personale infermieristico non consente la presa in carico di ulteriori casi. Nello specifico a Termoli su dodici posti rene (di cui uno per le urgenze) ne funzionano solo nove per la scarsità di personale (4 medici, 7 infermieri, la coordinatrice infermieristica) e a Larino gli 11 posti rene (uno per le urgenze) vengono utilizzati solo per tre sedute mattutine e tre pomeridiane, quindi esattamente a metà, in quanto il personale consta del dott.Fantetti coadiuvato da una precaria e 4 infermieri.

Dai colloqui avuti con i due medici emergono l’umana comprensione per i disagi e i rischi per la salute subiti dai loro pazienti e la volontà di porre fine a questi ripetuti miniviaggi della speranza, nonché l’assurdo paradosso che deriva dall’analisi dei costi: i malati dovrebbero ricevere un rimborso spese (peraltro ad oggi, dopo tre mesi, non ancora pervenuto, pari ad 1/5 del costo della benzina per ogni chilometro) che in buona sostanza equivale al costo che la Asrem dovrebbe sostenere per pagare un infermiere. Con una sola unità infermieristica in più, al San Timoteo, si potrebbe infatti garantire l’esecuzione di ben sei prestazioni dialitiche quotidiane ma probabilmente quello che manca è la volontà politica di risolvere il problema. Il dott. Fantetti ci invita inoltre a non trascurare la questione in virtù dell’attuale esiguità dei numeri, perché i malati da sottoporre a dialisi sono destinati ad aumentare nei prossimi mesi e oltretutto non vengono garantite quelle prestazioni occasionali legate al turismo o alla presenza estiva di malati residenti in altre regioni, che sarebbero anche una boccata di ossigeno per le disastrate casse dell’Asrem, evitando contemporaneamente che pazienti molisani vadano a curarsi (già due pazienti lo fanno per scelta personale) nel vicino ospedale di Vasto (CH). Un’ulteriore proposta viene avanzata dal dirigente medico di Larino e cioè quella dei CAD (centri assistenza decentrati, potenzialmente realizzabile al Vietri), dedicati a quei malati che non presentano particolari problematiche durante il trattamento e che necessitano della sola assistenza infermieristica ma non medica, consentendo di concentrare le risorse umane sui pazienti più complessi da trattare nel P.O. di Termoli.

A questo punto questi quattro malati, innocenti emblemi di una sanità inefficiente, chiedono risposte in tempi rapidi e il MoVimento 5 Stelle afferma la volontà di assolvere alla sua finalità cioè quella di essere “portavoce” e rappresentante vero e non solo sulla carta dei cittadini facendosi carico del problema e segnalandolo nelle sedi opportune.

P.S. : Una e-mail dell’ultima ora del dott. Fantetti mi informa che un decesso e un trapianto hanno consentito a due dei malati citati di essere presi in carico rispettivamente da Larino e Termoli, ma che ci sono altre due persone appena entrate in dialisi che dovranno purtroppo subire la stessa trafila e altre che presto dovranno ricorrere al trattamento; non ho modificato nulla nell’articolo perché il contenuto resta ugualmente valido…il film è lo stesso anche se sono cambiati gli attori…

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