MoVimento 5 Stelle Molise

Informatevi, partecipate, votate SÌ: da Termoli parte il nostro appello

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La distanza tra politica e cittadini si fa ogni giorno più profonda, anche per questo difendere e promuovere strumenti di partecipazione diretta come il referendum significa restituire centralità alle persone, alla loro voce, alla loro capacità di incidere sul futuro. Quello che vivremo l’8 e il 9 giugno non è un passaggio qualsiasi, ma un’occasione concreta per ridare dignità al lavoro e alla cittadinanza. Ed è per questo che invitiamo con forza tutte e tutti a informarsi e a partecipare, votando SÌ.

di Roberto Gravina

Il nostro gruppo locale e il comitato ‘Referendum 5 Sì’ ha organizzato un incontro pubblico a Termoli. Un confronto partecipato, in cui è emersa con chiarezza l’urgenza di riportare al centro il valore del lavoro, dei diritti e della cittadinanza, anche attraverso strumenti come il referendum popolare.

All’iniziativa hanno preso parte anche i colleghi Valerio Fontana e Patrizia Manzo, allora consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, oggi appartenenti al gruppo del Movimento 5 Stelle di Termoli, insieme a Paolo De Socio e Gianluca Falcone, del comitato ‘Referendum 5 SÌ’, e l’avvocato giuslavorista Pietro D’Adamo.

È surreale assistere agli appelli all’astensione lanciati in questi giorni da esponenti del governo e del centrodestra nazionale. Proprio qui a Termoli, il ministro Salvini ha ribadito questo invito, che trovo pericoloso oltre che ingiustificabile. Non è rispettoso delle istituzioni che un presidente del Senato o un ministro della Repubblica scoraggino l’esercizio democratico del voto. Se non condividono i quesiti, abbiano almeno il coraggio di argomentare le loro posizioni, di spiegare perché sono contrari. Invece preferiscono una scorciatoia che svilisce la partecipazione e tradisce il mandato istituzionale che ricoprono.

Tra i punti centrali discussi, anche la necessità di rafforzare il ruolo della democrazia partecipativa a livello regionale. I colleghi Valerio Fontana e Patrizia Manzo presentarono una proposta di legge per disciplinare i referendum abrogativi e consultivi, le petizioni popolari e le leggi d’iniziativa popolare, tutti strumenti previsti dallo Statuto ma oggi inapplicabili per l’assenza di una legge attuativa. Un vulnus normativo che rende il Molise un’anomalia nel panorama nazionale. Ed è proprio per questo che abbiamo ripresentato quella stessa proposta anche in questa legislatura: perché crediamo che ogni cittadino debba avere la possibilità concreta di partecipare attivamente alla vita politica e amministrativa della propria Regione.

Un’attenzione particolare va data ai contenuti dei quesiti referendari. Parliamo di tematiche che toccano profondamente la vita delle persone: dalla precarietà che diventa sistema, al tema delle morti sul lavoro, fino alla cittadinanza. Il quesito che propone la riduzione da dieci a cinque anni del requisito di residenza legale per la domanda di cittadinanza  è un atto di responsabilità e visione. L’Italia, come molti Paesi europei, vive un inverno demografico evidente: garantire diritti significa anche tutelare il nostro futuro sociale, economico e produttivo. Senza demagogia, ma con lucidità.

Infine, un richiamo al senso profondo del voto referendario. Negli ultimi 28 anni il quorum è stato raggiunto una sola volta, nel 2011, in occasione dei referendum che riguardarono anche l’acqua pubblica. È più semplice, oggi, suggerire di non votare piuttosto che confrontarsi davvero. Ma la democrazia non è un automatismo: è una forma che va coltivata, praticata e difesa ogni giorno. Per questo il mio invito è chiaro: informatevi, partecipate, votate SÌ. Il cambiamento comincia anche da qui.

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