MoVimento 5 Stelle Molise

Proposte e soluzioni per una Sanità pubblica e di qualità

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Da mesi il governatore del Molise svilisce il dibattito sullo stato della sanità molisana pretendendo per sé il ruolo di Commissario e dimenticando di fare l’unica cosa utile: fare proposte. Alla vigilia del Consiglio monotematico sulla sanità chiesto e ottenuto dal MoVimento 5 Stelle, i nostri portavoce hanno presentato una serie di soluzioni che riguardano i punti deboli del sistema sanitario regionale.

Innanzitutto prevediamo una serie di indicazioni che riguardano il Piano operativo 2019-2021.

Prevediamo una rete dell’emergenza-urgenza completa per evitare trasferimenti fuori regione.
L’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone deve essere ‘presidio di area particolarmente disagiata’, evitando quindi ipotesi di ridimensionamento e riconversione. Ciò è necessario a tutela di aree montane e periferiche, quali sono appunto quella dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese (Abruzzo) che vivono un costante disagio dovuto alla oggettiva carenza di una viabilità funzionale e appropriata rispetto alle caratteristiche orografiche del territorio.
Prevediamo due ‘Punti di Primo Intervento’ presso gli ospedali di comunità di Larino e Venafro aperti almeno 12 ore al giorno e integrati con le guardie mediche per garantire cure immediate nei casi di emergenza.
Riapriamo il dibattito con il Comitato percorso nascita per ripristinare gli standard di sicurezza previsti per il Punto nascita di Termoli. In questo senso dobbiamo anche attivare i bandi per l’assunzione del primario  e del personale medico e sanitario necessario; attivare il protocollo STEN per le emergenze neonatali; ripristinare e integrare la dotazione strutturale e tecnologica del Punto nascita.

Previsti anche una serie di interventi che riguardano il rapporto con le strutture private accreditate.

Riequilibriamo il budget destinato alle strutture private accreditate (in particolare Neuromed e Gemelli Molise spa) avendo cura che le risorse appostate per le cure dei pazienti di fuori regione non siano superiori di un terzo rispetto a quelle previste per i pazienti molisani. Di conseguenza, destiniamo le risorse economiche sul fondo sanitario regionale per potenziare delle strutture sanitarie pubbliche anche per limitare la mobilità passiva che ammonta a circa 80 milioni di euro, in modo da rispondere finalmente a quanto previsto dai Tavoli di monitoraggio interministeriali.
Prevediamo il blocco assoluto e inderogabile dell’extra-budget nei termini e con le modalità indicate dal Tavolo e dal Comitato risultanti dai verbali relativi alle riunioni periodiche di verifica degli adempimenti regionali in materia contabile e di LEA. Di conseguenza, in sede di redazione degli schemi contrattuali per l’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture private operanti in regime di accreditamento, dovrà escludersi l’apposizione di formule ambigue che, diversamente interpretate, possano aprire allo sforamento indiscriminato del budget autorizzato. Prevediamo accordi di confine con le Regioni che si servono con prevalenza delle principali strutture private accreditate in modo che l’acquisto delle prestazioni sia posto direttamente in capo alle Regioni di provenienza dei pazienti.

A tal proposito chiediamo al governatore del Molise di discutere in Conferenza delle Regioni e sul tavolo del redigendo Patto per la salute queste criticità affinché vengano recepite e fatte proprie. Diversamente, il presidente deve impegnarsi a non concedere l’intesa sul Patto per la salute.

Il presidente dovrebbe portare a Roma queste istanze e non solo la richiesta di ottenere la nomina di Commissario ad acta. Ma proseguiamo.

Dobbiamo intervenire per risolvere la grave questione della carenza di personale. Come? Acceleriamo le procedure concorsuali in corso e avviamo le nuove selezioni per reclutare personale medico e paramedico decretando i vincitori nel più breve tempo possibile.

Velocizziamo le procedure concorsuali destinate a reclutare i Direttori di UOC prevedendo commissioni esterne imparziali e scevre da qualsiasi conflitto di interesse con i candidati, affinché la selezione possa effettivamente premiare i medici in possesso delle migliori capacità e competenze; garantiamo risorse adeguate a finanziare un numero contratti aggiuntivi di formazione medica specialistica non inferiore a 10 unità per ogni anno, quindi aumentando l’attuale dotazione che riesce a coprire solo due borse di studio.

Inoltre verifichiamo la possibilità di inserire nei Dipartimenti di Emergenza i laureati privi del diploma di specializzazione, previa frequenza di un apposito corso formativo sulla scorta di quanto già avvenuto in Veneto.

Con la DGR n. 1035 del 12 luglio 2019 della Regione Veneto, infatti, sono state approvate disposizioni operative finalizzate all’inserimento di medici privi del diploma di specializzazione nei Dipartimenti di Emergenza, in considerazione della necessità di fornire una risposta urgente alle esigenze delle Unità Operative di Accettazione e Pronto Soccorso; le disposizioni emanate dalla Giunta regionale del Veneto hanno stabilito che,  nei citati contesti, vengano inseriti i medici non specializzati che abbiano frequentato e concluso con successo un corso regionale finalizzato al conseguimento dell’idoneità all’esercizio dell’Attività nei Dipartimenti di Emergenza.
In questo modo, quindi, possiamo potenziare il personale dei Pronto soccorso impiegando laureati specializzandi idonei a intervenire sui codici bianchi e verdi.

Infine miglioriamo il servizio di continuità assistenziale (ex Guardie mediche) con una serie di interventi mirati.

Prima di tutto dobbiamo mappare i presidi territoriali per elaborare un nuovo piano di sicurezza, più adeguato alle necessità segnalate dagli operatori e ricollochiamo le sedi in zone meno periferiche dei centri abitati, ove attualmente trovano alloggi; In tanti casi, inoltre, gli stabili a disposizione vanno ristrutturati e dotati degli impianti minimi necessari, installando connessioni telefoniche e Internet anche per garantire un punto di unico accesso al Sistema sanitario nazionale e promuovere la dematerializzazione delle ricette mediche e delle certificazioni. Ma va anche potenziata la dotazione di auto di servizio a favore dei medici di continuità assistenziale, come previsto dagli Accordi Collettivi di lavoro, e va disposto un sistema di telesoccorso con connessione ad accesso remoto a numeri telefonici in reperibilità.

Tutte queste sono proposte pensate e vagliate ascoltando i tecnici, i Comitati e i cittadini. Sono proposte concrete che possono aiutare il nostro sistema sanitario. Sono proposte che porteremo all’attenzione del Consiglio regionale e sulle quali chiederemo un’ampia convergenza.

Allo stesso tempo, chiederemo ai Commissari ad acta quanto è stato fatto di ciò che era previsto nei loro decreti di nomina. Ad esempio chiederemo se le risorse della sanità sono finite davvero nel conto sanitario perché spostare fondi al comparto in maniera tardiva o non farlo affatto significa mettere in difficoltà tutto il sistema.
Lo ripetiamo ancora una volta: noi non difendiamo a priori i Commissari, difendiamo l’idea della separazione delle cariche di Commissario ad acta e governatore che è ben altra cosa.  È un concetto che abbiamo difeso e difenderemo sempre, perché ancora oggi i molisani pagano i danni provocati alla sanità dalla politica.

Tuttavia, a prescindere da chi ricoprirà il ruolo commissariale, le nostre proposte restano queste. È imbarazzante dover continuare ad ascoltare Toma che parla esclusivamente della propria nomina a Commissario senza portare soluzioni in Conferenza Stato-Regioni.

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