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Sisma basso Molise, ricostruzione ferma: finora neanche un euro speso

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Dei 39 milioni di euro messi a disposizione dal Governo Conte per la ricostruzione del basso Molise finora non è stato speso neanche un euro. Lo ha ammesso Donato Toma, nelle vesti di Commissario per la ricostruzione del post sisma 2018, rispondendo ad una nostra mozione discussa ieri in Consiglio regionale, ma presentata a febbraio scorso. Da allora, i contributi per l’autonoma sistemazione sono stati prorogati ma l’erogazione va a rilento. Toma non ha saputo far altro che lasciare nell’incertezza migliaia di cittadini.

di Angelo Primiani e Fabio De Chirico

Il presidente-commissario in Consiglio regionale ha annunciato di aver richiesto la proroga al 2024 per portare a termine la ricostruzione, e che si è concluso il censimento degli edifici danneggiati. Su questo aspetto però al momento non risultano atti pubblici non essendoci alcun riferimento sul sito istituzionale della Regione Molise. Non è un aspetto secondario, anzi. In questi mesi i Comuni coinvolti hanno spesso lamentato la carenza di comunicazione con la struttura commissariale deputata alla ricostruzione. Insomma, cittadini e amministratori sono costretti a sopportare sia l’assenza di risorse economiche sia i silenzi di chi dovrebbe dar loro risposte.

Urgente l’emanazione delle linee guida

Anche per questo continuiamo a chiedere l’emanazione delle linee guida per la ricostruzione che proprio Toma aveva promesso ai Comuni ormai mesi fa; proprio da quelle linee guida, infatti, dipende la possibilità degli enti locali di assumere tecnici. Bisogna porre rimedio a queste mancanze e accelerare. Le comunità non possono più attendere. È in gioco l’interesse non solo del basso Molise ma dell’intero territorio. Come detto, infatti, la Regione non è finora riuscita a spendere neanche un euro dei 39 milioni disponibili per la ricostruzione. In queste condizioni viene quindi da chiedersi come farà l’ente regionale a gestire nei prossimi mesi i milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Toma, che ha sempre chiesto per sé l’istituto del commissariamento – basti pensare alla sanità – nell’unico caso in cui ricopre tale ruolo sta facendo poco o nulla per dare risposte ai cittadini. È la prova che tra volontà e capacità c’è grandissima differenza.

39 milioni di euro e quattro dipendenti regionali ma l’iter va a rilento

E la struttura commissariale, oltre ad avere a disposizione 39 milioni di euro in apposita contabilità speciale,  può contare anche sul supporto di quattro dipendenti regionali. Si tratta di una struttura aggiuntiva a quella più corposa e già esistente dal 2018 legata alle questioni emergenziali come assistenza, Cas, pronto ripristino. Tuttavia l’iter prosegue con troppa lentezza. Toma ieri ha riferito di aver inviato ai Comuni tre solleciti: ad ottobre, a novembre e a gennaio. Ma ha aggiunto che solo il 30 marzo gli enti locali hanno inviato alla struttura regionale le schede contenenti le indicazioni delle ricostruzioni previste. Sempre secondo il presidente, da queste schede risulterebbero 333 edifici privati da ricostruire in tutto il cratere sismico, per circa 42 milioni di euro di fabbisogno stimato e oltre 50 edifici pubblici per circa 10 milioni di euro stimati. Inoltre il 10 giugno è stata inviata missiva al Governo e al Dipartimento ‘Casa Italia’ con richiesta di aumento dei fondi stanziati, nonché di chiarimenti su questioni tecniche come l’utilizzo privato dei fondi del Sisma bonus.

Noi continueremo a vigilare sulla regolarità delle procedure, sia tecniche che politiche. Ma continueremo anche a sollecitare il Commissario sugli impegni presi di fronte alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sindaci e cittadini non possono più attendere.

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