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Turismo e cultura: i soldi ci sono, ma serve programmare gli investimenti

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Rilanciare settori chiave come il turismo e la cultura, si può. I soldi per farlo ci sono, ma serve una seria strategia e linee guida precise. A riguardo ho incontrato Enrico Rinaldi, a capo della Direzione regionale dei Musei. Con lui ho fatto il punto sulle enormi potenzialità che possiede il Molise. Il problema principe è che manca la capacità a monte di gestire e utilizzare le risorse a disposizione. Bisogna creare quindi una rete tra istituzioni, enti, associazioni e comunità locali per rendere la nostra regione realmente attrattiva.

di Angelo Primiani 

Turismo e cultura, il Molise è giunto a un bivio: o imbocca la strada della novità, della programmazione e della sostenibilità oppure resterà una regione dalle potenzialità inespresse. Ho avuto il piacere di incontrare e dare il mio benvenuto a Enrico Rinaldi, neo direttore del Parco archeologico di Sepino, anche alla guida Direzione regionale Musei del Molise. Con lui ho discusso del sistema turistico-culturale, delle potenzialità molisane, ma anche delle difficoltà e del grande lavoro che c’è da fare. È emerso quanto diciamo da anni: i fondi per creare turismo in Molise ci sono, ma continua a mancare la capacità a monte di gestire e utilizzare le risorse a disposizione.

Sette milioni di euro a disposizione dal Pnrr

Un circolo vizioso che alimenta i soliti problemi: carenza di personale e figure qualificate, disservizi e nessun piano strategico. Una soluzione a queste difficoltà può arrivare dall’impegno del direttore Rinaldi a puntare sulla competenza lavorando direttamente sul campo. Occorre provare ad attivare un piano di prevenzione e pianificazione che riguardi almeno i siti e i musei sotto la sua competenza. Le occasioni non mancheranno. Mi riferisco ai fondi già programmati per i nostri musei tramite il Pnrr, ad esempio i 2 milioni di euro da investire in accessibilità, in modo da abbattere le barriere architettoniche. Ed ancora, i 5 milioni di euro destinati all’efficientamento energetico. Risorse importanti perché utili a contrastare le stesse carenze che oggi creano disagi agli utenti e ai dipendenti, arrecando danni alle stesse opere d’arte.

Ripartire da Sepino-Altilia, sito dalle enormi potenzialità

In quest’ottica, per anni il sito di Sepino-Altilia è stato emblema di incuria, un sito da anni privo di un piano strategico di valorizzazione, mai al centro dei necessari interventi di restaurazione e manutenzione. Ma ora l’ente Parco archeologico di Sepino può dare tanto e finalmente c’è la volontà di una vision che lo valorizzi coinvolgendo sia il sito di Altilia sia le due aree di San Pietro in Cantoni e Terravecchia. Una volta individuate tutte le cariche, infatti, il Parco sarà pienamente operativo ed essendo autonomo consentirà all’area di Sepino di accedere a progetti e finanziamenti europei indispensabili a potenziarne l’offerta.

Fare rete tra istituzioni, enti, associazioni e comunità locali

Un’offerta che si affiancherà a quella del sito di Pietrabbondante che registra il numero più alto di visitatori e, si spera, a quella del sito di San Vincenzo a Volturno. Su questo punto bisogna quanto prima giungere ad una soluzione concreta che superi le croniche difficoltà, ad esempio valorizzando la cripta di Epifanio. Un tesoro, questo, ancora sconosciuto agli stessi molisani nonostante accolga opere d’arte di valore inestimabile. Dunque, la strada verso un “turismo reale” che sia valore aggiunto del territorio è tracciata. Ora bisogna lavorare insieme. Facciamo rete tra istituzioni, enti, associazioni, comunità locali, e ripartiamo dallo sviluppo dei servizi turistici sui quali insisto da anni. Facciamolo per dimenticare la mala gestio di questi anni e rendere meta ambita il nostro Molise.

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