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Biodiversità, dal Matese al Biferno: un patrimonio tutto da valorizzare

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Creare nuovi posti di lavoro a partire dalla biodiversità e dalle risorse naturali, a tratti inespresse, del Molise: si può fare, ma bisogna rendere più snella la burocrazia e meno ingessata la politica. Lo dimostra la vicenda che vede l’istituzione del Parco nazionale del Matese ferma al palo ormai da sette anni, mentre giace nei cassetti della Regione un’altra proposta di legge che mira a trasformare il corso del fiume Biferno in un Parco fluviale.

di Angelo Primiani

Una proposta che ho depositato due anni fa, e che in occasione della Giornata mondiale della biodiversità intendo rilanciare perché convinto che i 93km del Biferno possano essere adeguatamente valorizzati.

Mettiamo a frutto le potenzialità turistiche del territorio

Troppo spesso le risorse naturalistiche in Molise si trasformano in problemi da risolvere a causa dell’immobilismo della classe politica. Così, non si riesce a mettere a frutto le potenzialità turistiche del territorio e non si riesce a tutelare un patrimonio inestimabile. Perché ad oggi è questo lo scenario del fiume che nasce all’ombra del Matese per arrivare fino all’Adriatico, con molte zone inaccessibili, ostruite da detriti e vegetazione incolta, con i noti problemi legati alla siccità e i rischi connessi per la flora e la fauna caratteristiche di questi luoghi, se non fosse per il grande lavoro svolto da volontari e associazioni di categoria.

Istituire quindi un Parco fluviale del Biferno significherebbe tutelare l’ambiente, ma anche creare lavoro attraverso il coordinamento di competenze e funzioni attualmente distribuite tra vari enti. Basterebbe una regia unica che punti alla tutela della biodiversità e ad un’offerta turistica integrata per rendere il Parco un volano di sviluppo, dando un lavoro stabile anche a molti operai forestali attualmente impiegati dalla Regione.

Inclusione e partecipazione per lo sviluppo armonico

Si potrebbe e si dovrebbe fare coinvolgendo tutti i soggetti operanti nel settore, dall’Università del Molise alle associazioni ambientaliste come Wwf e Legambiente, per garantire un processo inclusivo e partecipativo.
Di pari passo, e lo dico da anni, bisogna sbrogliare definitivamente la matassa del Parco nazionale del Matese, per il quale si stanno purtroppo perdendo tante risorse dedicate, e bisogna battersi per far sì che la sede dell’Ente Parco sorga in Molise, a Bojano.

Dopodiché, con un corridoio naturalistico, bisogna creare una vera rete di parchi che favorisca lo sviluppo armonico di tutta la regione: Parco del Matese, Parco del Biferno e Pnalm.

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