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Endometriosi: legge regionale inapplicata, urge repentino cambio di marcia

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A distanza di mesi da una nostra interrogazione torniamo a chiedere l’applicazione della legge regionale numero 1 del 2015 che tutela e assicura assistenza alle donne colpite dall’endometriosi. Una malattia invalidante che in Italia colpisce tre milioni di persone.

di Patrizia Manzo 

Era febbraio del 2015 quando, tramite una legge, la Regione Molise dispose di tutelare le donne affette da endometriosi, malattia invalidante che in Italia colpisce tre milioni di persone. All’articolo 1 la legge promuove la prevenzione e la diagnosi precoce di questa malattia, nonché il miglioramento delle cure favorendo la conoscenza della patologia e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale e lavorativo. Al tempo stesso a volontari e associazioni veniva riconosciuta la possibilità di mettere in campo attività finalizzate a sostenere e aiutare le donne affette da endometriosi, come pure alle loro famiglie.

Ed ancora, il documento prevedeva che presso l’Osservatorio per la qualità dei servizi sanitari, fosse istituita una sezione dedicata alla patologia e il Registro per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali al fine di stabilire appropriate strategie di intervento, come pure di monitorare l’andamento e la ricorrenza della malattia e le eventuali complicanze. In sintesi si trattava di azioni mirate per venire incontro alle esigenze di migliaia di donne che hanno il diritto di essere seguite e assistite.

Tuttavia in Molise l’applicazione di quella legge resta ancora sulla carta. Infatti la Regione avrebbe dovuto prevedere la pianificazione di attività formative e di aggiornamento sull’endometriosi destinate al personale medico, paramedico e volontari operanti nelle strutture ospedalieri, consultori familiari e associazioni.
Ma ad oggi non risulta alcuna ‘celebrazione’ predisposta per la Giornata regionale che contrasti questa malattia invalidante.

A riguardo mesi fa presentai una interrogazione nella quale chiedevo a Toma quali fossero le azioni adottate per il raggiungimento delle finalità inserite nel documento di legge. Una richiesta purtroppo rimasta inevasa. A questo punto non posso far altro che unirmi alla denuncia fatta dall’APE, l’Associazione Progetto Endometriosi, che nell’evidenziare le pesanti carenze in questo ambito, chiede soluzioni urgenti e immediate.

Sono certa che anche grazie al coinvolgimento della Consigliera regionale di Parità, l’avvocato Giuseppina Cennamo e con tutte le donne che da tempo si impegnano nella battaglia, il tema tornerà presto in Aula dove con un dibattito costruttivo bisognerà dare risposte concrete a chi le attende da troppo tempo.

Lo dico da donna, ma soprattutto da cittadina delusa e amareggiata alla quale questa maggioranza puntualmente si ostina a negare diritti sacrosanti.

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