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Eolico in alto Molise, pale alte 200 metri e nessun beneficio per i cittadini

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Sei aerogeneratori dell’altezza di 200 metri per un diametro di 170 metri saranno installati a Vastogirardi sul crinale della montagna di fronte Agnone. Parliamo di un impatto visivo impressionante, considerato che ogni singola pala supererà i 186 metri del pilone centrale del ‘Sente – Longo’, tra i ponti più alti d’Europa. Potrebbe essere questa la nuova inquietante fotografia dello skyline dell’alto Molise. Si tratta di due progetti presentati da altrettante società energetiche: uno di questi prevede un impianto eolico dalla potenza complessiva di 24 MW ed è già in fase avanzata.

di Andrea Greco

A leggere le carte, gli aerogeneratori andranno a sostituire gli impianti eolici  di ‘Montarone’ e ‘Montarone 2’. Il progetto prevede espropri nel Comune di Agnone e Vastogirardi, ma per gli enti locali non è previsto nessun beneficio economico come avveniva in precedenza con le royalties. Attualmente, infatti, i Comuni non ricavano nulla dall’installazione di impianti eolici sui propri terreni. Soprattutto se restano alla finestra mentre le società mandano avanti le autorizzazioni.

Non è prevista la procedura di Via

Non è tutto: la realizzazione del nuovo impianto paradossalmente non prevede la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In pratica l’impianto sarebbe da considerarsi una replica di quello esistente, fatto realmente incomprensibile di cui chiederò spiegazioni in Consiglio regionale. E’ vero che secondo il progetto viene diminuito il numero dei pali. Ma è altrettanto vero che se oggi sono poco visibili, in futuro avranno un impatto visivo impressionante.

Quello della transizione ecologica e delle fonti rinnovabili è  sempre stato un nostro cavallo di battaglia. Ma restiamo dell’idea che progetti come quello di Vastogirardi debbano essere condivisi con i cittadini, le associazioni e gli amministratori del posto. Questi, infatti, sono utili solo se portano vantaggi alla popolazione. Altrimenti rappresentano unicamente una forma di predazione territoriale. L’utilizzo delle rinnovabili, quindi, deve essere coerente con la vocazione del contesto naturalistico, una delle poche risorse che ci contraddistingue su scala nazionale.

Molise ancora privo di Piano paesaggistico

Da qui la necessità di un confronto diretto con i maggiori interpreti del territorio e soprattutto con chi lo vive. Al contrario, questi progetti vengono portati avanti sottotraccia e senza alcuna concertazione, esclusivamente in nome del dio danaro.

Una procedura inaccettabile che, come spesso accade, porta vantaggi solo a chi continua nell’opera di “saccheggio” ambientale di una regione ancora priva di un Piano paesaggistico capace di fissare regole e norme in materia.

Bisogna pretendere compensazioni per i cittadini

A questo punto è dirimente pretendere dalle società proponenti, opere compensative. L’obiettivo, ad esempio, potrebbe essere quello di favorire la nascita di comunità energetiche come forma concreta di ristoro per i cittadini, quindi sconti o sgravi in bolletta. Difatti, nel momento in cui si dimostra l’impatto visivo, e in questo caso appare evidente, le società sono tenute a dare fino al 3% dei ricavi sotto forma di compensazioni all’utenza.

Sull’argomento, chiederò alla Regione di fare chiarezza e di assumere una posizione netta, senza compromessi.  Altro appello va ai primi cittadini dei Comuni interessati. Bisogna far valere le proprie istanze ed in particolare quelle di una popolazione che, nel silenzio di tutti, per i prossimi 30 anni potrebbe essere costretta a convivere con i giganti del vento senza avere un euro di vantaggio.

Contestualmente, è mia intenzione incontrare gli stakeholder e i cittadini che continuano a subire scelte calate dall’alto e poco rispondenti alle loro esigenze.

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