La seduta monotematica del Consiglio regionale dedicata alla situazione del trasporto ferroviario in Molise si è chiusa con l’approvazione di una mozione emendata e condivisa da tutte le forze politiche. Il documento finale impegna il presidente della Regione a rafforzare il ruolo dell’ente nelle interlocuzioni istituzionali con Trenitalia, RFI e Governo, e ad attivarsi per una maggiore trasparenza sullo stato dei lavori e sui servizi ferroviari.
di Roberto Gravina
La mozione prevede, tra gli impegni principali, che la Giunta regionale: avvii il tavolo di consultazione con Trenitalia previsto dal contratto di servizio; solleciti il completamento dei lavori entro tempi certi e definiti; attivi un confronto periodico con le associazioni dei consumatori per monitorare il servizio offerto.
Le risposte dell’assessore Marone non sono sufficienti
Nel corso della seduta, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marone ha risposto anche a un’interrogazione del consigliere Roberto Gravina in merito ai tempi di completamento dei lavori sulla stazione ferroviaria di Campobasso.
Su questo punto ho espresso forti perplessità: le risposte dell’assessore Marone sono apparse confuse, probabilmente perché confuse sono le informazioni arrivate da Roma e da RFI. L’aspetto singolare è che nella risposta data dall’assessore si parla genericamente di riqualificazione, ma poi si fa riferimento a lavori di armamento ferroviario e soppressione di passaggi a livello, che sono interventi ben diversi e che nulla hanno a che vedere con i lavori previsti per la stazione di Campobasso. Il tema delle problematiche sorte per elettrificare la rete ferroviaria regionale è da noi seguito da tempo anche in sede parlamentare: il MoVimento 5 Stelle, attraverso l’onorevole Santillo, ha posto da mesi interrogativi precisi sulla questione. Serve chiarezza e la Regione deve pretendere rispetto dai vertici di RFI anche su quanto previsto per i lavori della stazione di Campobasso.
Tra Rfi, Regione e Ministero solo tanta confusione
Quello che accade in Molise evidentemente non viene reso noto a Roma. Come MoVimento 5 Stelle abbiamo ottenuto risposte ufficiali che smentiscono apertamente quanto affermato in Consiglio.
All’appello mancano 100 milioni di euro, eppure da RFI riceviamo versioni diverse a seconda del livello istituzionale: in Molise si parlava di due gallerie compromesse, a Roma ci dicono che è solo una. La TBM, indicata come causa dei ritardi, non sarebbe neppure prevista. Si procede a colpi di perizie di variante, senza atti preventivi né piani pubblici.
Nella stessa dichiarazione in Aula dell’assessore Marone, c’è da dire che è stato indirettamente riconosciuto il valore della proposta avanzata da tempo dal MoVimento 5 Stelle, ovvero la necessità di chiedere a RFI l’incremento del contratto di appalto in sede di progettazione, per poter accelerare i lavori. È l’unico modo per anticipare davvero la scadenza del 2028: servono più risorse per velocizzare i cantieri e completare la tratta. Questo è ciò che diciamo da tempo e oggi, seppur indirettamente, ci viene dato atto di avere ragione. È da lì che bisogna partire, se vogliamo davvero un cambio di passo.
L’emendamento condiviso alla mozione discussa oggi rappresenta un primo segnale positivo. Ma ora serve continuità: pretendere risposte è un dovere istituzionale, soprattutto quando parliamo di infrastrutture decisive per il futuro della regione.