Oggi lanciamo un’iniziativa politica articolata, concreta e coordinata che coinvolge Parlamento, Regione e Unione europea. Al Governo Meloni chiediamo di smettere di temporeggiare: è il momento di dire con chiarezza se si intende sostenere davvero il progetto della Gigafactory a Termoli oppure se si è deciso, di fatto, di abbandonarlo.

di Roberto Gravina

La nostra mozione si affianca al documento già depositato alla Camera da Chiara Appendino, prima firmataria, insieme ai deputati Pavanelli, Cappelletti, Ferrara, Ilaria Fontana, Torto, Auriemma e Caramiello, e alla parallela interrogazione in via di presentazione al Parlamento europeo a firma di Pasquale Tridico.

L’obiettivo dei nostri atti

Le due mozioni si muovono su assi comuni, con obiettivi concreti: sollecitare un nuovo investimento pubblico strategico attraverso l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di ACC; attivare un nuovo Contratto di Sviluppo attraverso Invitalia; coordinare con la Regione Molise l’utilizzo di fondi europei (PR FESR, FSE+, FSC e Just Transition Fund) per accompagnare la riconversione industriale, sostenere la formazione professionale e abbattere i costi di produzione, in particolare quelli energetici.

Chiediamo alla Giunta di aprire un’interlocuzione con Sorgenia, che opera una centrale a ciclo combinato nel nucleo industriale di Termoli, per verificare la possibilità di forniture dedicate a costi calmierati, sostenute con misure pubbliche. È una strada concreta che può rientrare in un piano energetico industriale regionale integrato.

Il testo parlamentare richiama esplicitamente quanto già accaduto in Francia, Germania e Spagna, dove i governi hanno sostenuto con forza progetti simili tramite cofinanziamenti pubblici, ingresso diretto nel capitale societario e incentivi strutturali. In Francia, per lo stesso progetto di ACC, lo Stato ha messo 840 milioni sul tavolo. In Italia invece, oltre alla revoca dei fondi PNRR, non c’è ancora alcuna strategia né sul fronte industriale, né su quello energetico, né su quello occupazionale. Eppure, parliamo di un insediamento da 2 miliardi di euro, che potrebbe dare lavoro a oltre 1800 persone nel cuore del Mezzogiorno.

La nostra attenzione resta massima

L’obiettivo della mozione è rilanciare una filiera italiana ed europea della mobilità sostenibile: non si tratta solo di salvare Termoli, ma di dare un segnale di visione politica. La filiera delle batterie è strategica, anche alla luce dei ritardi europei nei confronti dei colossi asiatici. Se non cogliamo questa occasione, rischiamo di condannare il settore auto italiano al declino irreversibile.

Questo pacchetto di proposte nasce dall’attenzione che abbiamo mantenuto in questi mesi, quando altri celebravano annunci che si sono rivelati privi di fondamento. Ora serve chiarezza, responsabilità politica e un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni. La Gigafactory di Termoli non può essere lasciata nell’incertezza ancora a lungo: o si sostiene, o si rinuncia, ma, soprattutto, chiediamo che il silenzio che sta calando sull’intera vicenda venga scardinato con azioni concrete.

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