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Inquinamento Venafro: silenzio vergognoso da Comune, Asrem e Regione

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Gli sforamenti di Pm 10 registrati negli ultimi giorni nel territorio di Venafro impongono risposte non più rinviabili. Risposte che devono arrivare da chi è stato investito dai cittadini del mandato di guidare la città e la Regione. Ma anche dall’Azienda sanitaria regionale, chiamata a tutelare la salute pubblica.

di Vittorio Nola 

I cittadini di Venafro meritano rispetto, sempre, a maggior ragione quando questo rispetto coinvolge la sfera sanitaria. Quindi, coloro i quali siedono al vertice delle istituzioni devono fornire soluzioni concrete, semplici e immediate. Invece da anni gli sforamenti aumentano nel silenzio generale. E’ ora che il sindaco Alfredo Ricci e la sua Giunta dicano con chiarezza cosa intendono fare per rispondere alle preoccupazioni della comunità. Soprattutto perché lo stesso Ricci, in quanto presidente di Provincia, partecipa alle riunioni dell’Unità di crisi presieduta da Toma, dove potrebbe, anzi dovrebbe, portare il tema legandolo alle ordinanze di Protezione civile.

Le nostre proposte inascoltate 

Ma è anche ora che il direttore Asrem, Oreste Florenzano, illustri le soluzioni messe in campo contro l’inquinamento a Venafro. Ed è ora che Donato Toma spieghi come l’istituzione regionale si sta muovendo, perché il presidente è responsabile di quanto accade su tutto il territorio regionale. Eppure in questi anni da parte nostra le proposte non sono mancate. Abbiamo chiesto di affiancare l’Ispra all’Arpa Molise nei programmi di controllo attivi; abbiamo chiesto analisi sui fumi provocati dall’inceneritore di San Vittore nel Lazio per comprenderne l’impatto sulla piana; abbiamo chiesto di analizzare l’eventuale influenza sulla qualità dell’aria provocata dai riscaldamenti a pellet e abbiamo allargato il tema chiedendo la revisione del Piano rifiuti. Ma anche in questi casi solo silenzio, mentre in altre regioni d’Italia, sforamenti anche meno numerosi di quelli registrati a Venafro hanno suscitato l’intervento immediato delle istituzioni.

I venafrani trattati come cittadini di serie B

I venafrani non sono cittadini di serie B e così non si può andare avanti. Soprattutto se pensiamo che all’inquinamento dell’aria, si aggiungono la desertificazione del Nucleo industriale e la lenta agonia dell’ospedale SS. Rosario che invece di essere riattivato resta sempre più penalizzato dal taglio di servizi all’utenza. Davanti a questo quadro, ripeto, servono risposte e coraggio. Chi oggi occupa il Comune, la Regione e l’Asrem deve muoversi, perché nei confronti dei cittadini detiene una responsabilità istituzionale, politica e morale.

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