L’Alto Molise è un territorio già sofferente da un Piano sanitario che svuota l’ospedale Caracciolo e dal viadotto Sente chiuso da sette anni. Il completamento della Fondo Valle Fresilia, quindi, non è solo un dettaglio tecnico ma un risultato importante che arriva dopo anni di immobilismo. Come primo firmatario della mozione sono soddisfatto del voto unanime ricevuto oggi in Consiglio regionale che diventa, così, l’impegno condiviso di un’intera assemblea

di Andrea Greco

Il voto unanime del Consiglio regionale sul completamento della Fondo Valle Fresilia è un risultato importante, che segna un piccolo ma grande passo rispetto agli anni di immobilismo sull’alto e medio Molise. Come primo firmatario della mozione, sono soddisfatto per questo traguardo, ma soprattutto il fatto che sia diventato l’impegno condiviso di un’intera assemblea, grazie al lavoro di confronto in Aula e all’emendamento che ha permesso di allargare la paternità politica dell’atto

Ho voluto riportare al centro del dibattito ciò che l’alto Molise vive ogni giorno: un territorio schiacciato tra un Piano operativo sanitario che di fatto svuota l’ospedale ‘Caracciolo’ e una viabilità spezzata dalla chiusura del viadotto ‘Sente-Longo’ da sette anni, senza che siano arrivati investimenti all’altezza delle necessità reali di cittadini e imprese.

In questo contesto, il completamento della Fresilia non è un dettaglio tecnico ma un’infrastruttura vitale capace di collegare fondovalle Trigno e Biferno, metterebbe in rete aree marginalizzate, restituendo mobilità per i servizi sanitari e consentirebbe di garantire ai residenti l’accesso all’hub regionale di Campobasso entro la cosiddetta “Golden Hour”, tema cruciale alla luce delle scelte che si stanno assumendo in sanità.

La mozione approvata impegna la Regione a fare ciò che finora è mancato: riattivare con decisione il dialogo con il Governo e i Ministeri competenti, rimettere l’opera tra le priorità della programmazione 2021‑2027 e delle risorse di coesione, sciogliere finalmente i nodi burocratici e ambientali che sono stati usati come alibi per definanziare il progetto.

Ora non c’è più un minuto da perdere: quella parte del Molise abbandonata, depauperata di servizi e priva di infrastrutture viarie capaci di agevolare la vita delle popolazioni, merita un’opera strategica. Da Agnone a Frosolone, passando per tutte le comunità interessate, è arrivato il momento di fare presto. Oggi non esistono più scusanti, soprattutto per la Provincia di Isernia, titolare dell’arteria e che, in un recente passato, ha agito troppo a rilento.

Per questo, pur rivendicando fino in fondo il lavoro portato avanti in questi anni e il ruolo svolto in Aula, ho scelto di aprire la mozione alla firma di tutti, a partire dal presidente del Consiglio Pallante e dall’assessore Di Lucente, perché un’opera così non appartiene a una parte politica ma a un intero territorio che da troppo tempo aspetta un investimento vero, non l’ennesima toppa di bitume sulle buche.

Oggi il Consiglio regionale ha dimostrato di saper mettere da parte le contrapposizioni per assumersi una responsabilità collettiva: trasformare la volontà in un impegno concreto per cercare di lasciare, alle future generazioni, un’infrastruttura degna di nota, e non solo il ricordo di anni spesi a litigare senza raggiungere risultati.

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