MoVimento 5 Stelle Molise

Petacciato simbolo del Molise che frana

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Oltre cento anni di dissesto idrogeologico accertato, decine di eventi franosi, una commissione ad hoc e oltre due miliardi e mezzo di lire non sono bastati alla Regione Molise per mettere in sicurezza l’area. Ora basta: interrogazione M5S in Consiglio regionale

Forse non tutti sanno che la zona di Petacciato è caratterizzata da un fronte franoso classificato tra i più estesi d’Europa. Qui i fenomeni di dissesto idrogeologico si manifestano con cadenza ormai ciclica e da decenni. Testimonianze storiche di movimenti franosi sul versante costiero nord occidentale dell’abitato di Petacciato risalgono addirittura agli inizi del 1900. Nel tempo frane e smottamenti si sono ripetuti con costanti disagi per le popolazioni fino all’ultima ferita che si è aperta nel 2015.

Il governo nazionale conosce questa situazione tanto che nel maggio 1996 l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 2438 istituì una commissione presieduta dall’allora governatore del Molise, Marcello Veneziale, con l’obiettivo di studiare rimedi per gli eventi franosi di Petacciato e “pervenire, per mezzo di una campagna scientifica di studi, rilevamenti ed indagini nelle zone interessate dal dissesto idrogeologico, alla elaborazione di un progetto d’intervento di risanamento della frana”.

In quegli anni arrivarono i primi fondi dallo Stato:

• nel 1994 700 milioni di lire finanziati con decreto n. 466 del Dipartimento della Protezione Civile;
• nel 1996 altri 500 milioni di lire proprio con l’ordinanza che istituiva la “commissione Veneziale”;
• nel 1997 un miliardo e mezzo di lire stanziato con nuova ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri n. 2621.

In totale 2 miliardi e 700 milioni di lire stanziati per rilevamenti nell’area di frana, indagini e orientamenti progettuali.

Inoltre a luglio scorso, governo e Regione hanno firmato il Patto per il Molise che ha fissato gli obiettivi che la nostra regione dovrà raggiungere in termini di contrasto al dissesto idrogeologico e che prevede varie opere di consolidamento idrogeologico del versante nord di Petacciato: lavori divisi in quattro lotti, con una previsione di spesa di 41 milioni di euro provenienti da fondi del Ministero di Ambiente e con la volontà di aprire il primo cantiere entro il 2017, dopo la fase di progettazione e studio dell’intervento.

Ma nonostante questi soldi e nonostante la relazione generale della “commissione Veneziale” sia stata ultimata nel giugno del 2002, la zona di Petacciato è ancora minacciata da continui eventi di dissesto che mettono in pericolo la viabilità e tutto il centro urbano. Addirittura la parte più antica della cittadina rischia di essere letteralmente trascinata a valle dalle frane, nonostante sia già stato avviato l’abbattimento forzoso di varie abitazioni.

Dunque, decenni di problemi, la creazione di una commissione ad hoc, oltre due miliardi di finanziamento e un nuovo progetto da oltre 40 milioni di euro non hanno fermato un fronte franoso che è ancora lì a creare disagi e paure ai residenti.

Il MoVimento 5 Stelle Molise nei giorni scorsi ha fatto l’ennesimo sopralluogo in zona e ora ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale. Patrizia Manzo, Antonio Federico e tutti i residenti vogliono sapere quanti soldi per la frana sono stati effettivamente corrisposti dallo Stato alla Regione sui 2 miliardi e 700 milioni stanziati negli anni ’90 e dove sono i 41 milioni di euro per le opere di consolidamento contenute nel Patto per il Molise. Vogliono anche sapere come è possibile che un evento calamitoso a carattere straordinario possa essere ridotto a evento ordinario, quindi soggetto a interventi procrastinabili nel tempo come la divisione in lotti e i relativi finanziamenti.

Cittadini e MoVimento 5 Stelle Molise chiedono al governatore Frattura sulla base di quali studi preliminari e di quale progettazione verranno realizzati gli interventi. Infine non si capisce se in attesa dei lavori di consolidamento, il commissario delegato Veneziale per la frana di Petacciato ha fatto adottare un Piano di Protezione Civile per l’ambito interessato, né se sarà utilizzato lo studio di “rilevamento dell’area di frana, indagini e orientamenti progettuali” redatto nel 2002.
Ci aspettiamo risposte veloci e concrete: qualsiasi cittadino merita di sentirsi al sicuro a casa propria.

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1 commento

  1. staniscia domenico Il

    Dal 2002 Stato, Regione e Comune di Petacciato hanno in mano sia le risultanze della campagna di studi sia le proposte progettuali (formulate dalla commissione incaricata) finalizzate al consolidamento del versante in frana (345 ettari secondo la stima minimale della commissione, almeno cinquecento secondo una stima meno riduttiva). Gli studi indicano le cause della frana, ne ricostruiscono il modello cinematico, ne illustrano le tempistiche e ne individuano i punti di innesco.Stato, Regione e Comune dovrebbero quindi avere le idee chiare, almeno a partire da tale data, sulle dimensioni, gravità, cause e caratteristiche del fenomeno. La frana s’innesca sempre a valle, in prossimità del mare, e solo per fenomeni di tipo retrogressivi(o retrocessivi che dir si voglia)finisce poi per causare distacchi del costone su cui sorge il paese (circa due Km a monte) finendo con l’interessare il centro abitato.
    La logica, che sempre dovrebbe accompagnare l’agire razionale,dovrebbe spingere verso l’eliminazione delle cause del fenomeno, cioè dovrebbe indurre ad adottere provvedimenti finalizzati a dare libero sfogo alle falde idriche che, scorrendo in pressione (a varie profondità)all’interno di banchi impermeabili di argilla, periodicamente, anche se con tempistiche irregolari ed imprevedibili, provocano lo scivolamento a valle del versante costiero. Anzichè eliminare le cause, da decenni si lavora ad eliminare gli effetti, perlomeno quelli più evidenti, accanendosi sul costone a ridosso del centro storico che è solo la vittima della frana non la causa. E’ da decenni che si buttano via i soldi dei cittadini per opere di demolizione di case, per costruzione di improbabili belvederi e per altrettanti improbabili “ricostruzioni” del costone con riporti di terreno che non sono serviti e non servono a nulla. Lo sperpero di denaro pubblico (dell’ordine di milioni di euro attuali)ebbe inizio a fine anni ottanta con le prime demolizioni di edifici e con la costruzione di opere (muri in calcestruzzo, riporti di terreno, canaloni in calcestruzzo per la raccolta di acqua piovana,improbabili belvederi) è proseguito nel duemilaotto-duemilanove con le solite opere inutili(muri in calcestruzzo, riporti di terreno,improbabili belvederi) regolarmente trascinati a valle con la successiva rimobilitazione della frana. Il penultimo sperpero di denaro pubblico (2008-2009 dell’ordine di alcuni milioni di Euro),è stato realizzato direttamente dalla Protezione Civile della regione (che evidentemente ignora le cause della frana e gli studi su di essa condotti). L’ultimo spreco di denaro pubblico (demolizioni di edifici, gettate di cemento, costruzione di improbabili belvederi in attesa che la prossima rimobilitazione demolisca di nuovo il tutto) è attualmente in atto. Ottocentomila Euro utilizzati per demolire edifici e per sfregiare ulteriormente il centro storico. Forse con quella somma si poteva cominciare a forare le falde in pressione anche con un solo pozzo artesiano,così tanto per provare, per vedere magari l’effetto che fà. Invece si è ancora una volta ritenuto che è meglio buttare via il denaro. Del resto è noto che la prevenzione non ha mai arricchito nessuno mentre l’emergenza è sempre oro colato per tanti.Dopo decenni di opere inutili si è ritenuto di procedere ancora una volta con opere inutili e dannose (la distruzione in atto di una parte delle antiche mura dell’antichissimo castello di Petacciato).Non fosse tragica la cosa sarebbe grottesca. Anzichè combattere il carnefice(la frana) si combattono le vittime (gli edifici).Anzichè soccorrere il ferito del terremoto, tratto ancora vivo dalle macerie, lo si ammazza per evitargli di restarci secco la prossima volta.Per eliminare la febbre si rompe il termometro, per scongiurare la malattia si elimina il medico che l’ha diagnosticata, per eliminare la visione della propria faccia di… si rompe lo specchio. Per evitare alla frana di lesionare gli edifici li si demolisce preventivamente. Così quando arriva la frana (che oltretutto li demolirebbe gratis)non li trova più.Il trust di cervelli che ci governa ha già demolito al modico prezzo di Euro ottocentomila.Possono sorridere soddisfatti magari accompagnando il tutto col gesto dell’ombrello.Questa sì che è classe (dirigente!).