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Toma commissario della sanità: scelta pericolosa, ora non ha più scuse

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Il presidente Toma ha ottenuto ciò che agognava dal primo giorno del suo mandato. Alle già gravose cariche di presidente della Giunta regionale, capo della Protezione Civile e commissario alla ricostruzione, si aggiunge dunque il compito più delicato: quello di commissario ad acta per la sanità molisana. Speriamo che non sia davvero troppo e che ora, finalmente, mantenga gli impegni presi in Consiglio regionale.

Cos’ha fatto finora Toma per la sanità molisana?

Durante questa legislatura abbiamo assistito ad un vergognoso scaricabarile tra Regione, Asrem e struttura commissariale. Un gioco al massacro, a danno dei molisani, per un’assurda pretesa di maggiori poteri. Eppure il presidente aveva già un enorme potere di indirizzo sulla sanità molisana e molti degli impegni da lui stesso assunti nell’Assise regionale dipendevano, di fatto, da lui. Il presidente e la sua giunta hanno infatti dettato gli obiettivi strategici al Direttore generale di Asrem, braccio operativo della stessa giunta che l’ha nominato. Ancora, da capo della Protezione Civile e coordinatore dell’unità di crisi aveva ampi spazi di manovra in pandemia. Mentre da capo dell’esecutivo poteva fare pressioni ed esercitare il controllo su Asrem in merito all’esigenza principale della sanità pubblica molisana: reclutare personale.

Ci sono “strategie politiche” dietro questa decisione?

Sarebbe interessante, per fare un altro esempio, ricordare al ‘governatore plenipotenziario’ la sua ultima, imbarazzante, opposizione (per tramite dei suoi compagni di partito a Roma) al superamento della situazione debitoria della sanità molisana. Toma ha prima annunciato una pioggia di milioni per risanare i conti, salvo poi remare contro in attesa che anche la commissaria Degrassi rimettesse il suo mandato. Siamo pronti a scommettere che quei milioni torneranno sul piatto e non troveranno più l’opposizione della Casellati. Ma questa è un’altra storia. La sua strategia ha funzionato ed ora vogliamo da lui un radicale cambio di atteggiamento. A differenza di quanto fatto dal governatore, che ha sprecato tre anni in recriminazioni egoistiche, vogliamo essere propositivi, nel solo interesse dei cittadini. E del sacrosanto diritto alla salute.

Basta con le scuse e i rimpalli di responsabilità

Dunque rilanciamo al presidente commissario i principali impegni assunti da lui e dall’intero Consiglio regionale: bandire nuovi concorsi, con premialità per chi ha prestato servizio in piena pandemia; sciogliere il nodo del centro Covid, nella speranza che non ne avremo bisogno e che si trasformi in un centro di malattie infettive; riorganizzare la rete ospedaliera pubblica, garantendo anche l’emergenza-urgenza; potenziare l’assistenza territoriale, superando la fallimentare logica ospedalocentrica e riducendo il divario, in termini di qualità delle cure, tra centro e periferia.

A questi impegni, già siglati e che ormai sono tutti in capo allo stesso Toma, aggiungiamo un’opportuna revisione dei contratti con i privati accreditati. Contratti rinnovati tacitamente dal 2018, che espongono le casse pubbliche ad un pesante indebitamento con le strutture private più grandi e attrattive. Accordi che drenano troppe, fondamentali risorse dal risicato budget sanitario regionale. Sarà opportuno dialogare con i presidenti delle regioni confinanti, proponendo i tanto attesi accordi di confine: solo così il piccolo Molise potrà smetterla di indebitarsi per anticipare le cure dei tanti cittadini di fuori regione, che si avvalgono dei centri privati operanti sul nostro territorio.

Attendiamo il presidente Toma alla prova dei fatti, sperando che intenda chiudere definitivamente questa pagina buia per il diritto alla salute in Molise. E gli ricordiamo che ora, davvero, non ha più scuse né capri espiatori da cercare. Ora può e deve assicurare i Livelli essenziali di assistenza ai molisani.

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