MoVimento 5 Stelle Molise

Trasporto locale: la Giunta finge di affrontare il problema e poi fugge

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Abbiamo presentato una mozione in Consiglio regionale che scopre la verità sui fondi statali, rimette ordine al comparto dei trasporti e tutela i lavoratori. La maggioranza evita la discussione e i portavoce M5S occupano l’Aula per protesta: chi non risponde ai nostri atti, non risponde ai molisani

Il MoVimento 5 Stelle Molise ha votato NO a una variazione di bilancio che non risolve lo sfacelo del trasporto pubblico locale ma più banalmente lo rinvia.
Secondo l’assessore Vincenzo Niro mancano all’appello 19 milioni di euro per il Tpl necessari per coprire i mesi restanti del 2018. Lo Stato, però, mette a disposizione un fondo nazionale per finanziare il comparto che per il 2018 è di circa 5 miliardi. Di questi, al Molise finisce lo 0.74%, per finanziare ferro gomma e trasporto a fune. Parliamo di 2.917.702 euro trasferiti ogni mese dallo Stato alla Regione Molise per un totale di oltre 35 milioni l’anno. Vuol dire che ogni anno in Molise arrivano dallo Stato 111 euro pro capite a fronte, ad esempio, degli 82 euro che arrivano in Veneto o ai 99 che arrivano in Abruzzo. Insomma, i soldi che ci arrivano non sono poi così pochi.

Abbiamo le prove che, per il 2018, il Ministero delle Infrastrutture ha già garantito alla Regione sei mensilità per totali 17.506.201 euro, ma la giunta dice che mancano 19 milioni. E dove vuole trovarli? 13 con la riscossione dei bolli auto, inviando le cartelle di accertamento, utilizzando i cittadini come bancomat e facendo l’errore di iscrivere quelle somme nelle entrate certe della Regione quando nella migliore delle ipotesi riusciremo a riscuoterne forse la metà.

Altri 6 milioni addirittura vengono sottratti al trasporto pubblico su ferro, una prassi iniziata ai tempi della ‘finanza creativa’ di Gianfranco Vitagliano e che ci ha portato nel 2015 ad accumulare un debito di 90 milioni di euro con Trenitalia poi ripianato solo grazie all’intervento dello Stato e quindi di tutti i contribuenti italiani, perché non dobbiamo dimenticare che parliamo di soldi pubblici. Drenare risorse dal trasporto su ferro significa peggiorare le condizioni di un settore già in grandissima difficoltà e se iniziamo nuovamente ad accumulare debiti nei confronti di Trenitalia questa non avrà alcun interesse a fornirci un servizio dignitoso.

Il problema del Tpl per noi sta nei costi esagerati. Nel 2011 un’apposita delibera ha approvato i nuovi contratti di servizio con le imprese parlando espressamente di ‘periodo di transizione’. I nuovi contratti dovevano durare “da aprile 2011 fino alla aggiudicazione della gare al gestore unico” e hanno introdotto un nuovo quadro giuridico basato sui contratti ponte. A distanza di 7 anni, possiamo affermare che la Regione sta di fatto aggirando l’obbligo della gara visto che oggi quei contratti sono sempre lì a garantire proventi a nostro avviso eccessivi ad alcuni operatori.

Secondo i contratti ponte, le aziende che gestiscono il Tpl ricevono un rimborso in base ai chilometri percorsi, che cambia da azienda a azienda; a quel costo deve essere poi detratto l’incasso dei biglietti.
In pratica i contratti prevedono un compenso maggiore per coloro i quali effettuano più di 300.000 km annui e un compenso minore per chi fa meno di 300.000 km. Tuttavia l’assurdità vuole che ad esempio la società di trasporti Atm è quella da cui la Regione acquista il maggior quantitativo di chilometri ma è quella a cui paga di più quei chilometri. Per noi è un’assurda sfida alle leggi di mercato: il soggetto da cui compriamo più merce è quello che paghiamo di più.

Ma lo sfacelo del tpl non è solo questione di soldi. Manca un controllo sui biglietti emessi, quindi non riusciamo a capire quanto dobbiamo defalcare alle aziende che gestiscono il trasporto e manca un bando su ticketing e traketing. Inoltre ci sono corse inutili ma duplicate e corse utili ma al collasso. In ultimo, ma non per importanza, la situazione dei dipendenti proprio dell’ATM costretti anche mesi senza stipendio. Dipendenti spesso utilizzati da alcuni padroni quasi come arma di ricatto nei confronti della Regione e costretti a sentire l’azienda ripetere la solita litania: “Se la regione non mi paga io non posso pagarvi”. Invece basta controllare i pagamenti per rendersi conto che questi vengono effettuati addirittura a distanza di pochi giorni dalla fatturazione del servizio: un miraggio per chi lavora con la pubblica amministrazione.

Il MoVimento 5 Stelle ha tentato di porre fine a tutto questo. Abbiamo presentato una mozione che prevedeva una serie di misure anti caos:

1) Rivedere i contratti in essere perché è impensabile prevedere contratti con la Pubblica amministrazione senza giorno di scadenza.
2) Rescindere i contratti con le aziende inadempienti e affidarli a chi riesca a garantire il regolare pagamento ai dipendenti e servizi di qualità parametrati a quanto stiamo spendendo.
3) Prevedere una clausola contrattuale che assicuri dopo due mesi di mancata retribuzione la possibilità della regione di sostituirsi al soggetto gestore.
4) Eliminare dal contratto quelle che possono essere le corse effettuate a rischio d’impresa.
5) Prevedere un controllo sui biglietti emessi.

La maggioranza ha votato contro la discussione della nostra proposta che comunque resta iscritta in agenda. Attendiamo di discuterla, ma intanto porteremo la drammatica situazione del trasporto pubblico locale all’attenzione del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli chiedendo, se necessario, l’invio in Molise di ispettori ministeriali per accertare lo sfacelo attuale e porvi rimedio.

A fine seduta abbiamo occupato pacificamente l’aula di Consiglio per 30 minuti: una forma di protesta contro l’assurda prassi della Giunta di non rispondere ai nostri atti. Abbiamo tante cose di cui discutere: lavoro precario, dissesto idrogeologico, infrastrutture, scuole. Problemi concreti che affliggono tanti molisani in difficoltà. Invece, Giunta e maggioranza hanno rinviato ancora una volta la trattazione di questi temi calendarizzando la prossima seduta di Consiglio al 31 luglio. Noi non ci stiamo. Deve essere chiara una cosa: chi non risponde a noi, non risponde ai molisani e un ente pubblico ha il dovere di farlo.

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