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Trasporto pubblico, regole più certe per contrastare le lobby del settore

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Dopo anni di battaglie condotte dentro e fuori dall’Aula, il Consiglio regionale pone finalmente le basi per un sistema del Trasporto pubblico locale più rispondente alle necessità dei cittadini, più rispettoso dei diritti dei lavoratori e meno legato alle logiche affaristiche dei concessionari privati.

Da anni le ditte concessionarie del servizio ricevono risorse economiche sia dalla Regione, in base ai chilometri percorsi, sia per la vendita dei biglietti, in base all’assurdo sistema dell’autocertificazione dei concessionari. In pratica il comparto non è governato e nessuno conosce le somme che ruotano attorno ai trasporti. Per anni abbiamo chiesto di conoscere la somma di quanto restituito dalle ditte concessionarie alla Regione, ma nessuno è stato in grado di risponderci. Oggi poniamo fine a questo sbando. Riduciamo il monte chilometrico a libera destinazione, ponendo fine alla distribuzione di risorse prima tarata anche su criteri politici e da ora impostata su chiari parametri tecnici. Ancora: interveniamo sul sistema di assegnazione delle risorse ai concessionari, scorporando i ricavi della bigliettazione dalle somme legate ai chilometri percorsi. In questo modo assegniamo risorse in maniera più equa ponendo argine allo sperpero di soldi pubblici.

Da quattro anni chiedevamo questi interventi

A questo, però, bisogna assolutamente intervenire sul controllo della bigliettazione, quindi rendere operativo un sistema di bigliettazione elettronica che monitori l’emissione del biglietto, perché non ci si può affidare alle sole e interessate dichiarazioni dei concessionari. Inoltre interveniamo sul contratto dei servizi minimi, superando la contrattazione arbitraria delle singole ditte. Un sistema che ha portato nel tempo alcune aziende a ricevere maggiori risorse per chilometri in più non assicurati. Poi il trasporto pubblico urbano. Rendiamo più uniformi i costi per le singole tipologie di trasporto urbano. Perché non è possibile che, ad esempio a Termoli, costi di più far muovere un autobus che un treno. Oggi stabiliamo parametri oggettivi: chilometri percorsi, numero degli abitanti, densità abitativa e dell’utenza. Erano quattro anni che chiedevamo questi interventi che fanno un po’ di pulizia in un settore troppo a lungo privo di regole.

Riforma organica collegata a legge di stabilità

Tuttavia non è ancora abbastanza. La Giunta dovrebbe intervenire sul settore trasporti con una riforma organica e non con singole norme collegate alla legge di stabilità. Ma ogni volta che c’è stato da difendere gli interessi dei molisani, cittadini e lavoratori, noi non ci siamo mai tirati indietro, così è stato anche stavolta.

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