La costa molisana sta letteralmente scomparendo: ho appena depositato in Consiglio regionale una mozione per richiedere interventi urgenti contro l’erosione costiera che sta minacciando gravemente il nostro litorale.
di Angelo Primiani
I numeri parlano chiaro: il mare sta inghiottendo progressivamente 10 chilometri di spiaggia su un totale di 35 chilometri di costa. Un terzo del litorale è a rischio, come confermano sia il rapporto ‘Spiagge’ di Legambiente sia gli studi del Ministero dell’Ambiente e come denuncio da anni.
La situazione è particolarmente drammatica in varie aree: alla foce del Trigno, dove il fiume un tempo trasportava sedimenti fondamentali per l’equilibrio costiero ma oggi è quasi “a secco”; a Petacciato, dove la spiaggia che negli anni Ottanta si estendeva per oltre 100 metri dalla pineta al mare è oggi ridotta a pochi centimetri in alcuni punti; lungo tutto il tratto compreso tra Montenero, Termoli e Campomarino.
Gli interventi finora programmati, compresi i 2 milioni di euro del Piano operativo Ambiente e sono insufficienti i 5 milioni di euro per la frana di Petacciato, problema cronico da anni.
Ad ogni modo queste risorse economiche servono ad affrontare problemi contingenti ma non possono risolvere il fenomeno dell’erosione costiera molisana nella sua complessità.
Da qui la mia richiesta inoltrata al presidente della Giunta, Francesco Roberti, e all’assessore competente: bisogna istituire un tavolo di confronto fra Regione, enti locali, associazioni ambientali e imprese per uno studio completo del fenomeno così da predisporre con urgenza un progetto complessivo per il litorale con scogliere sommerse, quindi interventi di ripristino della costa e riduzione dell’impatto ambientale.
Ma non solo: occorre cercare ulteriori finanziamenti europei e statali per progetti di tutela ambientale, oltre che attivare misure urgenti per il posizionamento di barriere frangiflutti. Inoltre, è il caso di valutare se chiedere lo stato di calamità naturale per ottenere risorse aggiuntive.
Serve un approccio multidisciplinare che tenga conto sia delle cause naturali che di quelle antropiche. Bisogna combinare interventi strutturali con soluzioni basate sulla natura: dal ripristino delle zone umide costiere alla piantagione di vegetazione che stabilizzi il terreno; dal ripristino del ciclo dei sedimenti a una pianificazione urbanistica che eviti costruzioni in aree a rischio.
L’erosione costiera è un fenomeno che comporta serie ripercussioni ambientali ma anche gravi rischi economici e sociali: danni agli ecosistemi e perdita di biodiversità, impatti negativi su turismo, pesca e agricoltura, danni alle infrastrutture e aumento del rischio idrogeologico.
Un’emergenza che va affrontata con decisione e nella sua complessità. La costa molisana è un patrimonio che va tutelato. Il tempo delle mezze misure è finito.