Un nuovo, purtroppo l’ennesimo, caso di cattiva amministrazione investe il Molise e in particolare il presidente del Consiglio regionale. Si tratta della nomina di una figura importante come quella del Garante dei diritti della persona, formalizzata con il giuramento dell’ex consigliera Paola Matteo in data 4 ottobre 2022. Fin dall’inizio, infatti, è apparso evidente che la designazione fosse viziata dalla scelta arbitraria del presidente Salvatore Micone, avvenuta con proprio decreto e senza una votazione del Consiglio regionale come invece previsto dalla normativa.
Un nuovo, purtroppo l’ennesimo, caso di cattiva amministrazione investe il Molise e in particolare il presidente del Consiglio regionale. Si tratta della nomina di una figura importante come quella del Garante dei diritti della persona, formalizzata con il giuramento dell’ex consigliera Paola Matteo in data 4 ottobre 2022. Fin dall’inizio, infatti, è apparso evidente che la designazione fosse viziata dalla scelta arbitraria del presidente Salvatore Micone, avvenuta con proprio decreto e senza una votazione del Consiglio regionale come invece previsto dalla normativa.
Garante dei diritti della persona: il Tar Molise dichiara illegittima la nomina
Io stesso avevo deciso di non partecipare alla seduta consiliare al momento del giuramento, evidenziando che l’iter che si stava seguendo era del tutto contrario ai principi di buona amministrazione e legalità imposti dall’articolo 97 della Costituzione e dall’art. 1 della legge 241/1990. Ciò soprattutto alla luce di un ricorso amministrativo che era stato presentato da parte di soggetti che avevano partecipato alla manifestazione di interesse e lamentavano l’assenza di requisiti della persona nominata da Micone. Ebbene, oggi il Tar Molise certifica quanto sostenuto da me e dai miei colleghi, dichiarando l’illegittimità della nomina effettuata dal presidente del Consiglio regionale.
Il risultato di quella nomina inopportuna e, all’esito del giudizio del Tar, anche illegittima, peserà come al solito sui cittadini molisani che saranno costretti a privarsi di un organo fondamentale che consente di tutelare i diritti delle persone, in particolare dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché delle persone prive di libertà, attraverso azioni di sensibilizzazione, protezione e promozione. Tutto questo, peraltro, accade in un periodo particolare, quello cioè di un Consiglio regionale di fatto privo della pienezza dei propri poteri, dovendosi limitare all’ordinaria amministrazione in attesa delle elezioni di giugno.
Il centrodestra, ancora una volta, dimostra indifferenza verso le regole elementari
Questo ennesimo pronunciamento dimostra, come già avvenuto per la nomina dell’ex consigliere regionale Nico Romagnuolo al Nucleo industriale di Bojano-Campobasso da parte della Giunta regionale uscente, la necessità di voltare pagina rispetto ad un sistema politico di centrodestra che nel corso degli ultimi cinque anni ha dimostrato indifferenza alle più elementari regole di buona amministrazione. Presidente Micone, fatti salvi i successivi gradi di giudizio, l’arroganza non paga!