MoVimento 5 Stelle Molise

Metanodotti a Montecilfone, abbiamo bloccato ‘la manina’ delle lobby

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Il MoVimento 5 Stelle è riuscito a fermare il via libera incondizionato al progetto del metanodotto Larino-Chieti e a quello Snam all’interno del Bosco Corundoli. Abbiamo inoltre fatto prendere atto ai vertici regionali del diritto che i cittadini hanno sull’area boschiva. Ora Comune e Regione devono seguire le disposizioni della legge regionale.
di Fabio De Chirico, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Ricordate il progetto di SGI (Società Gasdotti Italia) di far passare il gasdotto Larino-Chieti all’interno di Bosco Corundoli? Secondo quel progetto le condotte del gas affiancherebbero il già presente metanodotto San Salvo-Biccari, attualmente in fase di ampliamento su proposta della Snam. Due grossi progetti di interramento che vorrebbero smantellare gran parte della superficie boschiva.

Il nostro impegno sulla questione

I comitati locali sono insorti ed io stesso mi sono attivato per sollevare il problema con una interrogazione in Consiglio che richiamava la Regione agli obblighi di legge, cioè all’esercizio delle funzioni amministrative relative agli usi civici, ai demani collettivi e alla salvaguardia dei diritti originari ed imprescrittibili della popolazione sulle terre civiche. Infatti, in un primo momento, il Comune di Montecilfone concesse ‘la servitù di metanodotto’ in quell’area boschiva senza evidenziare che fosse gravata da uso civico, bypassando maldestramente il coinvolgimento sia dei cittadini ‘proprietari’ sia della Regione, come previsto dall’art. 3 della legge regionale sugli usi civici (n. 14/2002).
Poi, dopo due anni e dopo l’autorizzazione ministeriale sull’intero progetto, lo stesso Comune si è trovato costretto ad annullare la Delibera comunale e a riaprire di fatto la lunga e complessa partita sulla destinazione del bosco.
Qualcuno sostiene che il Decreto Semplificazioni, recentemente approvato in Parlamento, avrebbe dato un decisivo via libera al passaggio sotterraneo dei due metanodotti, che nel frattempo le due compagnie di gas avevano richiesto, sia al Ministero dell’Ambiente che alla Regione, in variazione dell’opera. Niente di più falso: il MoVimento 5 Stelle è riuscito ad eliminare quel ‘via libera’ che impropriamente e con sorpresa era comparso nel testo. Ma perché SGI e SNAM hanno chiesto una variante d’opera? Perché forse erano sicure che nessuno si sarebbe accorto di quel piccolo comma inserito nel Decreto? Quel comma riguardava certamente il Bosco Corundoli.

Abbiamo smascherato le lobbies

In fase di conversione del Decreto in Legge è stato proprio il portavoce molisano del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Antonio Federico, a far sopprimere quelle poche righe. Voglio quindi rassicurare i cittadini e i comitati della zona: la partita non è ancora chiusa. Vige ancora il vincolo del vaglio dei cittadini e del vaglio regionale. Oltretutto quel terreno è sottoposto a vincolo idrogeologico e un tunnel per il passaggio di ben due gasdotti non è un’opera poco invasiva. A tal proposito, ricordo la mia interrogazione presentata a marzo scorso, con la quale chiedevo alla Regione Molise di chiarire perché non avesse esercitato le proprie funzioni relative agli usi civici.
La risposta scritta del governatore Toma è arrivata sei mesi dopo, con un ritardo inspiegabile: “La Regione – spiegava – non è stata coinvolta formalmente dal Comune di Montecilfone, ma ha provveduto ad intavolare un confronto verbale con la SGI per esortarla ad individuare soluzioni alternative”. Le soluzioni alternative bisognava richiederle in Conferenza dei servizi, cioè quando era il momento idoneo a presentare osservazioni e non ora. L’alternativa paventata dalla società comunque era proprio il passaggio sottoterra, attraverso un tunnel.

A pensare male difficilmente si sbaglia

Non è da escludere che i due colossi del gas confidassero nell’approvazione di quel comma. Quindi la palla torna a centrocampo e io ora mi chiedo: perché il Comune di Montecilfone non segue precisamente le disposizioni dell’articolo 3 della legge regionale 14/2002 sugli usi civici, coinvolgendo cittadini e Regione? E perché la Regione non esprime un parere chiaro sulla vicenda?
A breve chiederemo risposte anche in Consiglio regionale.
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